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Roma, offese l’arbitro Chiffi: il Tribunale Federale respinge il patteggiamento di Mourinho

Mourinho

Niente patteggiamento. Il Tribunale Federale Nazionale, presieduto da Carlo Sica, (stavolta) non ci sta. Riunitosi oggi in relazione al deferimento di José Mourinho, ha respinto l’accordo raggiunto tra la Procura e la Roma “non ritenendo congrua l’ipotesi di patteggiamento presentata”, in merito alle dichiarazioni rilasciate nei confronti dell’arbitro Daniele Chiffi al termine della gara dello scorso 3 maggio tra Monza e Roma. Il Tribunale ha rinviato l’udienza a giovedì 22 giugno “al fine di consentire alle parti di trovare un nuovo accordo”.

Roma, offese l’arbitro Chiffi: il Tribunale Federale respinge il patteggiamento di Mourinho

Il tribunale federale nazionale ha deciso dunque di rinviare al 22 giugno prossimo l’udienza di José Mourinho per il deferimento nato dalle accuse dello Special One all’arbitro Chiffi dopo la gara con il Monza.

Il Tfn presieduto da Carlo Sica ha predisposto il rinvio “non ritenendo congrua l’ipotesi di patteggiamento presentata” e così per “consentire alle parti di trovare un nuovo accordo”. L’udienza, programmata per oggi (martedì 13 giugno) alle 10, slitta dunque al 22.

oIl tecnico giallorosso era stato deferito per le dichiarazioni nei confronti di Chiffi al termine di Monza-Roma del 3 maggio scorso. La notifica di avviso di chiusura indagine era arrivata già il giorno dopo quel match, con l’accusa di “giudizi lesivi dell’arbitro Chiffi e del movimento arbitrale” con violazione degli articoli 4.1 e 23.1 del codice di giustizia sportiva.

“Questo risultato si adatta al peggiore arbitro che ho avuto in carriera e ne ho avuto tanti di scarsi – aveva detto Mourinho, furioso per il rosso estratto a Celik a tempo quasi scaduto – Io penso che l’arbitro non abbia avuto grande influenza sul risultato, ma è dura giocare con lui: tecnicamente orribile, dal punto di vista umano non è empatico, non crea rapporto con nessuno, dà un rosso a un giocatore che scivola perché è stanco all’ultimo minuto”.

“Doveva dare un rosso, va a casa frustrato perché non dà il rosso a me perché non gli ho dato l’opportunità. È un po’ il limite di questa squadra: non abbiamo la forza che hanno altre società di dire ‘questo arbitro non lo vogliamo’. Io ho finito di allenare a venti-trenta minuti dalla fine perché sapevo che altrimenti mi avrebbe espulso”. Mourinho aveva aggiunto: “Confesso che sono sceso in campo con un microfono: mi sono protetto”.

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