Emergono nuovi retroscena sull’improvviso addio di Roberto Mancini alla Nazionale italiana. Retroscena che non aiutano a far chiarezza su quanto realmente accaduto e che gettano nuove ombre sul futuro degli Azzurri, a meno di un mese dal doppio impegno che può essere decisivo per la qualificazione agli Europei. Intanto la Figc continua la sua battaglia col Napoli per Spalletti, per il cui ingaggio non intende pagare i circa 3 milioni della clausola imposta da De Laurentiis. Al contrario, però, potrebbe rivalersi sul Mancio.
Italia, il retroscena sull’sms della moglie di Mancini: ora anche la Figc chiede penale
Nella sua versione dei fatti l’ormai ex ct della Nazionale ha spiegato che sulla sua decisione di abbandonare la panchina dell’Italia hanno pesato la mancanza di fiducia della Federcalcio, che proprio pochi giorni prima gli aveva affidato maggiori poteri nominandolo responsabile di Under 21 e Under 20, e il cambiamento del suo staff. Ma la Gazzetta dello Sport rivela l’esistenza di un sms inviato l’8 agosto, quindi quattro giorni prima delle dimissioni, da Silvia Fortini, moglie e avvocato del tecnico di Jesi, al presidente Gabriele Gravina.
Nell’sms la moglie del Mancio chiede a Gravina di eliminare la clausola risolutiva in caso di mancata qualificazione all’Europeo, senza far riferimento alla questione staff che tanto avrebbe scosso l’ex ct. Da quanto si apprende, Mancini avrebbe voluto cancellarla per poter svolgere il suo lavoro con serenità. Dopo l’Europeo vinto e la mancata qualificazione al Mondiale in Qatar con tanto di fiducia rinnovata da parte della Figc (ricordate, invece, cosa successe con Ventura?), perché l’ex allenatore di Inter e Manchester City si è esposto così tanto per l’eliminazione di questa clausola?
Sullo sfondo ci sono le sirene arabe: sarebbero infatti pronti ad affidargli la nazionale con un triennale da 25 milioni l’anno. L’Italia gliene garantiva 3 fino al 2026; occhio, però: perché il destino degli Azzurri all’Europeo del 2024 potrebbe prendere una piega ben precisa già dopo gli impegni di inizio settembre a Skopje con la Macedonia del Nord e a San Siro con l’Ucraina. Mancini, dunque, avrebbe corso il serio rischio di ritrovarsi con un pugno di mosche in mano.
La Gazzetta dello Sport fa sapere, che, a differenza di quanto riportato da De Laurentiis nel suo durissimo comunicato contro la Figc e Gravina, nel contratto tra Mancini e la Federazione non figura una clausola che consente al ct di liberarsi a zero. Se in un primo momento la Figc sembrava disposta a lasciar correre, ora la situazione sembra essersi ribaltata. Già, Gravina sarebbe pronto a procedere alle via legali. Soprattutto per fare chiarezza. Del resto, si tratta pur sempre della Nazionale.
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