Il Real Madrid è il Real Madrid. Benfica e Borussia Dortmund sono stabilmente nell’élite europea, di sicuro non vincono la coppa, ma la fase a gruppi la superano sempre. Il Celtic appartiene a una categoria inferiore ma nel suo fortino, il Celtic Park, ha collezionato scalpi importanti compreso quello di Messi. Non troveremo il tappeto rosso ad accoglierci in Champions, ma la notte prima degli esami non poteva essere più promettente. Il Napoli ritrova entusiasmo e (un bel po’ di) gioco spallettiani. L’Inter si gode un Lautaro da fare paura. Il Milan forse non è mai stato così squadra come contro la Lazio, l’unica finita ko perché incrociava una “collega” europea e, soprattutto, è pericolosamente prigioniera del vittimismo sarriano che nelle coppe non ha cittadinanza. Probabilmente anche Real Madrid, Benfica e Borussia Dortmund si auguravano rivali più abbordabili e dimesse per questo secondo turno che può già disegnare scenari di qualificazione. Lo riporta la Gazzetta dello sport
Champions League, italiane: credeteci. La Lazio però…
Nel calcio velocissimo di oggi i cicli possono aprirsi e chiudersi nello spazio di un anno. Magari saremo subito ricacciati nel girone dei calcisticamente accidiosi. Ma la sensazione è che siano finiti i tempi in cui ci arrendevamo al ritmo delle notti di coppe. Il campionato non è allenante come la Premier, però la classifica dice che c’è un gruppo ristretto e competitivo, composto anche da Inter, Milan e Napoli, che ha già scavato un fossato.
L’Inter viene dalla finale di Champions, dopo aver eliminato in semifinale il Milan che nei quarti aveva avuto la meglio sul Napoli. Non è una filastrocca di Branduardi ma la catena italiana dell’ultima entusiasmante Champions. Che poi in finale ci fosse l’insuperabile City è un’altra storia: intanto con loro tre siamo arrivati in massa in fondo, portando altre due finaliste in Europa League e Conference, Roma e Fiorentina, più una semifinalista, la Juve. Non può essere soltanto un caso. C’è stata una svolta mentale. Adesso è il momento di indirizzare le classifiche. Siamo ripartiti con tre pari e un successo nella prima giornata. I punti di Inter e Lazio sono stati preziosissimi per come si stava mettendo, spia del fatto che ora si lotta. Domani Real-Napoli e Inter-Benfica sono il clou. Un anno fa la grande avventura di Spalletti cominciò di fatto contro il Liverpool al Maradona: gli inglesi avevano appena perso la finale con il Real, erano i big, finirono seppelliti da gioco e gol del Napoli in una di quelle partite di Champions che vale da esame di Stato. Oggi la situazione è diversa, il giocattolo sembrava andare in mille pezzi, il doppio successo con Udinese e Lecce è stato pura energia. L’unico dubbio sul valore del Real può dipendere dalla Liga un po’ meno competitiva che in passato, ma il Dna è da Champions, Bellingham un campione universale e Vinicius, al debutto, non vede l’ora di scatenare la sua classe. Con i veri Osimhen, Kvara, Lobotka e Anguissa visti a Lecce il risultato non è scritto, ma Garcia dovrà fare due conti su come proteggere meglio la difesa evitando fughe in avanti rischiose, e recuperando il vecchio palleggio veloce. Si può.
Meno decifrabile è il nuovo Benfica che l’anno scorso esponeva in vetrina il miglior gioco europeo con il Napoli. Il giocattolo è stato un po’ smontato, via Fernandez a gennaio, poi Ramos e Grimaldo, e comunque l’Inter ha già vinto il doppio confronto negli ultimi quarti. Nessuna delle italiane ha la stessa solidità e la consapevolezza di giocare in posizione di vantaggio quasi contro tutti. Il nemico di Inzaghi è in casa: sottovalutare i segnali di “variabile” arrivati da Real Sociedad, Sassuolo e Salernitana pre-Lautaro. Non succederà, crediamo. In teoria meglio il Milan che mercoledì si ritrova un Borussia ancora sotto l’effetto della Bundesliga persa all’ultimo e dell’addio di Bellingham. Il “muro giallo” spaventa ma un po’ meno di un tempo, il Milan invece ha spiegato che ha una nuova arma psicologica, il carattere, senza il quale l’1-5 del derby non sarebbe stato ribaltato in così breve tempo. Pioli ha molteplici soluzioni tattiche con Adli, Musah, Okafor, Chukwueze, non più semplici alternative, e questa può (deve?) essere la Champions di Leao. La Lazio, infine, dovrà ritrovare a Glasgow la leggerezza che l’ha portata quassù, evitando di autocommiserarsi per Milinkovic. Questo turno può dare un impulso al campionato. Di tutte, conclude la rosea.
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