La posizione di Sandro Tonali sembrerebbe essere più grave di quello che si pensava all’inizio. Il caso scommesse, infatti, sembrava partire da Nicolò Fagioli, ma, come testimoniato da quest’ultimo, l’applicazione per scommettere su siti illegali sarebbe stata fornita al centrocampista della Juventus proprio dal giocatore del Newcastle.
Scommessopoli, Tonali spinge per farsi interrogare dai pm di Torino
Come riporta l’edizione odierna del La Gazzetta dello Sport, Tonali avrebbe molta fretta di farsi interrogare, sia dagli inquirenti della Procura di Torino che di quella Federale, visto che a Coverciano sia lui che Zaniolo avrebbero solo avuto un colloquio informale con le forze dell’ordine che gli hanno notificato l’avviso di garanzia e portato via, su base volontaria, i dispositivi mobili personali dei due giocatori che hanno poi lasciato il ritiro della Nazionale.
La posizione dell’ex Milan, desideroso di uscire da questa situazione ma consapevole di aver sbagliato, sembra essere abbastanza grave. Se da una parte ha scommesso su piattaforme illegali, cosa punita solamente a livello di giustizia ordinaria, dall’altra dovrebbe confessare di aver puntato anche su partite di calcio, che non dovrebbero riguardare il Milan, azione vietata dalla Giustizia Sportiva e che potrebbe costargli una lunga squalifica. Sanzione che peggiorerebbe se avesse scommesso anche sui rossoneri, essendo lui all’epoca dei fatti un giocatore del Milan.
Proprio per questo, nella giornata di ieri uno dei legali di Tonali, Marco Feno, si è presentato nell’ufficio di Manuela Pedrotta, il pubblico ministero che coordina l’inchiesta sulle scommesse illegali, per comunicarle la piena disponibilità del suo assistito a essere interrogato. È stato un incontro informale, utile soprattutto a stabilire un primo contatto. Tonali verrà sicuramente sentito ma il suo interrogatorio non sembra essere così imminente: probabilmente tra la metà e la fine della settimana, con il rischio che tutto possa slittare alla prossima.
Nel piano del procuratore reggente Enrica Gabetta, infatti, ci sarebbe la volontà di analizzare prima le copie forensi dei dispositivi mobili sequestrati a Tonali e Zaniolo, e poi chiamare i due giocatori per gli interrogatori. L’analisi di tutti i dati è iniziata, ma ancora non è terminata vista la mole di dati disponibili, con gli inquirenti che vogliono essere sicuri di non tralasciare nulla prima di chiamare a Tonali e Zaniolo per i rispettivi interrogatori.
Il reato contestato ai due, come a Fagioli, è «l’esercizio abusivo di attività di gioco e scommessa». Dalla Procura fanno sapere che al momento non sono emersi indizi di «frode sportiva», ovvero partite il cui risultato sia stato alterato, però la Procura di Torino verificherà anche questo profilo, volendo indagare a «360 gradi», sul mondo delle scommesse illegali, con puntate di calciatori professionisti. Così come al momento non risultano esserci altri giocatori coinvolti, ma allo stesso tempo non si può escludere che dalle verifiche in corso sul materiale sequestrato o dai prossimi interrogatori vengano fuori altri nomi.
Le chat presenti nei cellulari e su altri dispositivi elettronici verranno scandagliati minuziosamente alla ricerca di indirizzi, nomi e tutto ciò che può essere utile per risalire ai siti utilizzati e soprattutto a chi c’è dietro a questo giro di puntate illegali. In particolare si cercano le chat che potrebbero fornire elementi utili all’indagine, di cui il calcio è solo una questione marginale. Il sospetto degli inquirenti infatti è che tutto ruoti intorno alla criminalità organizzata.
Tornando alla Giustizia Sportiva, visto che su quella ordinaria i calciatori coinvolti potrebbero cavarsela con una multa massima di 516 euro, la questione è molto seria. Infatti tutti e tre potrebbero andare incontro a una squalifica abbastanza lunga, che peggiorerebbe se Fagioli, Tonali e Zaniolo ammettessero di aver scommesso sulle proprie squadre, sia attuali che passate. Nel frattempo, Tonali è tornato in Inghilterra ad allenarsi con il Newcastle, dopo qualche giorno trascorso in Italia con i suoi legali e la famiglia. Il centrocampista classe 2000 ha, inoltre, già iniziato l’iter per curare la sua dipendenza dal gioco, seguendo anche in questo caso la strada già tracciata da Fagioli, rivolgendosi a uno specialista.
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