“A Gatti chiesi 40 mila euro, ma dicendogli che mi servivano per compare un orologio e che avevo i conti bloccati da mia madre. Dragusin invece mi prestò 40 mila euro nell’ottobre 2022”. È parte della deposizione in Procura di Nicolò Fagioli, il primo protagonista del caso scommesse, finito poi a patteggiare 7 mesi di squalifica e 5 di riabilitazione. Il centrocampista della Juventus ha chiamato in ballo i due colleghi che adesso rischiano, riferisce il Corriere dello Sport, di finire anch’essi coinvolti per omessa denuncia.
Juventus, caso Fagioli: il prestito e i conti bloccati, spunta l’ombra delle omissioni
Essere a conoscenza dell’irregolarità e non informare la Procura con immediatezza costituisce ugualmente reato come recita il comma 5 dell’articolo 24 del Codice di Giustizia sportiva: chi sta indagando si chiede ovviamente se altri fossero a conoscenza del giro d’affari. Dragusin e Gatti, scrive sempre il quotidiano, non avrebbero mai sospettato la destinazione dei soldi prestati, ma le parole pronunciate dallo stesso Fagioli lasciano dei dubbi agli inquirenti. Il centrale della Juve, riferisce il suo entourage, è tranquillo in questo momento, mentre l’agente del difensore del Genoa è stato chiaro: “Non sapeva a cosa servisse l’orologio, ciò è accaduto solo una volta”. Normale domandarsi come il conto bloccato specialmente, non abbia acceso una spia nella testa dei due calciatori. Per l’omessa denuncia ricordiamo, si rischiano sei mesi di squalifica più una ammenda di almeno 15mila euro.
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