Nella giornata odierna, alla vigilia dell’impegno di campionato contro l’Atalanta, è intervenuto in conferenza stampa il nuovo allenatore del Napoli, che ha preso il sostituto di Rudi Garcia, Walter Mazzarri. Il tecnico toscano nel corso dell’intervista ha posto i riflettori, partendo dal rientro di Victor Osimhen fino al suo terzo approdo all’ombra del Vesuvio.
Napoli, Mazzarri in conferenza stampa: “Osimhen sta rientrando, da fuori è simile a Cavani. Sullo scudetto..”
Queste le sue parole: “Sono emozionato. Questa è la squadra più forte che ho mai allenato. Devo stare attento a come parlo, sono famoso per lamentarmi, ma questo è un altro Mazzarri, ora non mi lamento più, ho dormito 12 ore al giorno (ride, ndr). Con Spalletti hanno fatto un capolavoro, mi emozionavo a vedere il Napoli, è stato bello per tutti, anche per gli italiani, era un bellissimo calcio. Speravo di poterli allenare e grazie a De Laurentiis che mi ha chiamato spero di poterlo fare almeno fino a fine anno”.
“Obiettivi? Per una squadra non abituata a vincere era fisiologico pagare qualcosa, i particolari ormai fanno la differenza. Io ho studiato tanto e ho visto c’è stato un cambiamento negli ultimi anni. Io con la mia esperienza voglio fargli capire i pericoli, non bisogna sottovalutare niente: questo è il mio vero compito per migliorare quello che stiamo facendo”.
Sul confronto con De Laurentiis: “Da quando me ne sono andato c’è stato l’equivoco per un paio d’anni, poi ci siamo risentiti, abbiamo chiarito, ora c’è un bel rapporto, ci diamo del tu”.
Su Anguissa e Osimhen: “Anguissa l’ho visto oggi per la prima volta, non posso dirvi tanto. C’erano 7-8 titolari quando sono arrivato. Credo che i ragazzi abbiano già capito che io sarò qui a vigilare sul particolare. Ci sarà tempo di stare insieme, giocheremo ogni tre giorni, saremo sempre in ritiro. Osimhen? Ho avuto la sensazione di un ragazzo stupendo e solare. Lui è un generoso, vuole vincere con la squadra, non si risparmia. Ma su di lui sarò più preciso tra un po’ di tempo”.
“Prima punta? Non mi piace dare vantaggi agli avversari. Raspadori è più tecnico e viene più incontro, Simeone somiglia di più a Osimhen. Le mie valutazioni dipenderanno dall’aspetto tecnico ma anche da quello fisico. L’Atalanta è una grande squadra, gioca a uomo, non voglio che un grande allenatore come Gasperini abbia dei vantaggi”.
“Cosa rispondo a chi mi dà del bollito? Se è buono lo mangio anche io (ride, ndr). Sono talmente esperto che non rispondo a queste sciocchezze. Condizione fisica squadra? Non mi permetterei mai di criticare un allenatore che era qui prima di me”.
Sul modulo: “Non posso dirvi se giocherò sempre in un certo modo, ma è chiaro che una squadra che ha dato spettacolo in un certo modo continuerà a giocare com’era abituata. Poi quando sarò padrone della situazione saprò essere più preciso e vedrete quali eventuali accorgimenti prenderò”.
Sulla corsa Scudetto: “In un momento così delicato non puoi parlare di obiettivi. La prossima partita si giocherà alla morte, poi la prossima ancora, poi si tireranno le sorte. Ora bisogna risolvere gli eventuali problemi he ci sono nella squadra rispetto all’anno scorso. Per me è come una raccolta dati, io il Napoli lo vedevo in tv, se non l’alleni non puoi avere la percezione di quello che succede. Scudetto? Come si fa a pensarci se non si ricomincia a vincere? L’ultima è stata persa e l’Inter sta a dieci punti. Pensiamo all’Atalanta, poi si guarderà avanti”.
“Osimhen? Visto da fuori sembra davvero simile a Cavani ma l’ho visto in tv, voglio conoscerlo in campo. Per dare qualcosa in più, poi, ci vuole anche un rapporto particolare con l’allenatore. Se gli vuoi bene, corri anche per lui. Cavani con me aveva un rapporto speciale, l’avevo voluto e migliorato”.
Il retroscena sul film scudetto: “L’altra volta è venuto De Laurentiis nello spogliatoio, mi ha fatto vedere uno spezzone del film scudetto che uscirà. Ecco, io non sono stato l’artefice del tricolore ma mentre lo vedevo mi sono venuti i brividi, la pelle d’oca. Napoli è casa mia, sono entusiasta di essere qua, sapete perché andai via ma da quel momento fino ad ora i napoletani hanno sempre mostrato affetto per me. Da quando sono andato via, poi, la squadra è sempre cresciuta, ma siamo partiti con me”.
Sul paragone Kvaratskhelia-Lavezzi: “La posizione è uguale, le caratteristiche a distanza di anni sono diverse. Lavezzi era uno che non rientrava come fa Kvara, era un calcio diverso, un modulo diverso, non si possono fare paragoni. Lavezzi lo facevo stare alto perché non aveva voglia di rientrare (ride, ndr) ma se rientrava pure sarebbe scoppiato, non aveva fiato. Come ruolo quando si attacca sono simili perché saltano anche tre uomini. Con Cavani e Osimhen fare il paragone era molto più facile”.
Andrea Alati
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