Dopo averlo sostituito contro il Barcellona, Francesco Calzona, nuovo allenatore del Napoli, ha di nuovo fatto uscire anzi tempo Khvicha Kvaratskhelia nel match con il Cagliari, poi terminato 1 a 1 per via del gol segnato all’ultimo secondo di Luvumbo Zito, nato da un gravissimo errore di Juan Jesus che ha fatto infuriare i tifosi azzurri. A mancare nella prestazione in Sardegna è stato proprio il georgiano, che nel momento della sostituzione ha abbassato il capo, consapevole della pessima performance.
Napoli, Kvaratskhelia come Space Jam: dov’è finita la luce del georgiano?
Dopo il gol contro il Verona, che ha portato gli azzurri alla vittoria, il talento georgiano si è perso di nuovo, facendo diventare l’ultima rete segnata come una cometa, purtroppo cadente e senza quella bellissima continuità che Kvara ha avuto per tutta la stagione precedente. Sicuramente, l’ex Dinamo Batumi è il migliore della stagione del Napoli, l’unico capace di portare un po’di brio nel campo, ma comunque in quantità troppo inferiori rispetto allo standard al quale il mondo del calcio era abituato.
Kvaratskhelia ha perso il talento come Michael Jordan in Space Jam. Ovviamente, questa affermazione è un estremismo visto che nella realtà è impossibile far svanire quella luce interna che ti permette di avere quel qualcosa in più rispetto agli altri, ma il georgiano non brilla più come una volta. Nel film, che ha segnato un sacco di generazioni tra le vecchie e le passate, l’ormai più che ex numero 23 degli Chicago Bulls perdeva le sue incredibili capacità per colpa di un gruppo di alieni, abili nello strappargli via tutto ciò che sapeva fare con una palla da basket.
La pressione per Khvicha non è mai stata così alta, anche perchè, come sappiamo, è sempre più difficile ripetersi rispetto ad emergere, e un po’ come i buffi alieni del lungometraggio questa sensazione è riuscita a strappare via (sicuramente non permanentemente) quella luce citata prima, che la scorsa stagione lo ha reso l’MVP della Serie A. Cosa manca al georgiano per ritrovare la retta via della qualità, la quale lo aveva distinto rispetto agli altri “terrestri” del mondo del calcio?
Kvara potrebbe essere afflitto da un rinnovo che non lo premia per ciò che merita, visto che guadagna molto meno rispetto ai suoi compagni, oggettivamente non meritevoli di contratti così alti rispetto a quello del georgiano. Nel calcio di oggi, soprattutto per i nuovi professionisti, non sentirsi rispettati dal punto di vista economico è molto spesso motivo di grandi difficoltà nel rettangolo verde, che in questo caso non sollevano Kvara dalle responsabilità che dovrebbe avere.
Il numero settantasette deve fare di più, lasciandosi alle spalle le pressioni, i contratti e qualsiasi altra forma aliena pronta a mettersi tra lui e quella luce geniale che manca a tutti i tifosi del Napoli. Stando da poco nel calcio che conta (due anni), solo ora si sta abituando a vivere determinate difficoltà, in campo e fuori, con una squadra che, diminuendo dal punto del vista del gioco collettivo, cala anche dal punto di vista individuale, facendo quasi svanire del tutto quei guizzi che la scorsa stagione hanno illuminato gli occhi di tutti i tifosi.
Per i supporter del Napoli, l’arrivo di Kvaratskhelia è compreso come quello di un Messia, capace di portare gioia infinita nelle case della città tramite belle giocate, grandi gol e assist sublimi. Il georgiano in questo momento non è più creativo, sta perdendo quel infantilità un po’ pascoliana e un po’ saint-exuperiana che lo contraddistingue dal pensiero degli adulti, quel pensiero che è troppo presente nella testa del settantasette.
Kvara deve ritrovare la leggerezza che separa il confine tra il campione e il giocatore normale, visto che ormai l’effetto sorpresa non funziona più, con i suoi avversari ormai pronti a bloccarlo. Deve ritornare quel ragazzino georgiano, che dal nulla è atterrato a Napoli senza conoscere la città e la sua storia, ma con la sola voglia di conquistarla, insieme a tutta l’Italia per poi passare al mondo intero. Per citare l’autore del capolavoro Il Piccolo Principe, Antoine de Saint Exupery, Khvicha deve “ricordarsi di essere stato piccolo”.
Mario Di Domenico
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