Home » Spalletti, l’uomo della storia: il canto libero dei tifosi del Napoli
Napoli Napoli OF News

Spalletti, l’uomo della storia: il canto libero dei tifosi del Napoli

Dopo un anno e mezzo passato ad aspettare che Carlo Ancelotti facesse a Napoli ciò che ha fatto per il resto della sua carriera, e un altro anno e mezzo avuto con Gattuso, capace si di portare alla città una Coppa Italia, ma gestito in malo modo da tutto l’ambiente azzurro, De Laurentiis decide di far diventare Luciano Spalletti il nuovo allenatore del Napoli, con i tifosi che all’epoca, non potevano neanche lontanamente immaginare quello che poi il nativo di Certaldo avrebbe fatto provare ad una città intera.

Spalletti, l’uomo della storia: il canto libero dei tifosi del Napoli

Arrivato nello scetticismo totale da parte della piazza azzurra, visti i suoi pregressi litigi da allenatore della Roma con Totti, o all’Inter con Icardi, viene subito etichettato come “l’anti-capitano”, una figura negativa che preferisce mettere il suo ego davanti alla squadra, capace di litigare e di rompere qualsiasi spogliatoio. Ovviamente, la grande paura è quella di portare questo grande difetto, rappresentato in maniera caricaturale anche nella serie tv dedicata a Totti, “Speravo de mori prima”, nelle gerarchie del Napoli, con Insigne che in questo caso sarebbe stato il capro espiatorio dell’allenatore.

Non c’è nulla di più falso di tutto ciò: la narrativa che si è creata intorno a Spalletti è un qualcosa definibile anche come cattivo, visto che è stata danneggiata l’immagine di un grande allenatore, mentre l’ambiente calcio ha favorito l’egocentrismo, e questa volta quello vero, di calciatori ormai fuori forma o divi del campo, più concentrati ad altro che al loro lavoro. De Laurentiis ha creduto in lui e gli ha permesso di avere questa opportunità.

Il suo atteggiamento filosofico, perchè tale può essere definitivo, subito colpisce i tifosi del Napoli, che intanto si accorgono che in campo vengono mostrare piano piano le risposte che cercavano da tempo, con il gioco che viene messo sopra tutto. Vengono proposti alcuni concetti ormai celebri per chi di tattica è affascinato: il difendere in attacco grazie ad una pressione altissima, capace di mettere sempre in difficoltà la prima impostazione avversaria, oppure la riagressione senza palla subito dopo averla persa, quei cinque secondi di tempo che si auto concedono per conquistare la sfera.

Il primo anno passa liscio, con un terzo posto conquistato anche facilmente e con tutta la città che in realtà inizia ad avvicinarsi alla sola idea di poter ottenere quello Scudetto tanto ambito, che ai tempi di Sarri non poteva neanche essere nominata nelle strade di Napoli, per scaramanzia. Certo, i momenti bassi ci sono stati: il calo nel finale di stagione con la clamorosa sconfitta subita ad Empoli sono ancora considerati come un punto davvero basso della storia recente degli azzurri, ma che hanno comunque contribuito all’impresa raccontata da tutti.

Arriva l’estate, e con la nuova stagione ormai alle porte, a lasciare Napoli sono alcune delle più grandi bandiere e leggende contemporanee della storia recente del club: Mertens, Insigne, Koulibaly e lo sfortunato Ghoulam lasciano la città per la quale hanno lottato per tantissimi anni e che non dimenticheranno mai. Il Napoli acquista, grazie all’intuito di Giuntoli, Kim e Kvaratskhelia, un tandem che nessuno avrebbe immaginato capace di alzare così tanto il livello della squadra.

Macinando calcio spettacolo per l’Italia e per l’Europa, non serve rivivere i ricordi recenti della città di Napoli, che ancora oggi un po’ rimpiange quei momenti, dove gli azzurri guardavano dall’alto chiunque si avesse il coraggio di definirsi avversario. Il Napoli, il 4 maggio 2023, vince il terzo scudetto della sua storia, dominando l’Italia intera.

Oggi, Luciano Spalletti compie 65 anni, e nell’arco di un solo anno sono cambiate tante piccoli grandi cose che hanno mandato in tilt quegli stessi tifosi che restano affascinati dall’attuale commissario tecnico dell’Italia, l’uomo capace di aver permesso ai napoletani, inteso come popolo, di liberare il proprio canto libero, come la coppia Battisti-Mogol, che si ispirarono alla scrittura del celebre testo pensando alla rinascita della passione, sempre più maltratta dalla mancanza di libertà e di manifestazioni delle emozioni, in questo caso rappresentate da un sistema calcio che, tra scandali sportivi e tentativi fasulli di riforme quasi dittatoriali, rischiano di distruggere il gioco più amato del mondo.

Mario Di Domenico

Se vuoi sapere di più sul Napoli, tieniti aggiornato con www.gonfialarete.com