“Non sono né un giocatore diverso, né una persona diversa – spiega l’esterno dei sardi – anche se non mi nascondo più. Va tutto bene”. E non era scontato, visto che Jankto è diventato il primo calciatore in attività ad aver dichiarato pubblicamente la sua omosessualità. Un atto di coraggio in un mondo contaminato dall’omofobia e dove l’omosessualità rimane un tabù: la prova è che dal 13 febbraio 2023, nessun altro giocatore ha imitato Jankto.
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Il ceco torna a quei giorni particolari, quando visse con sorpresa il sostegno arrivato da grandi club come Real Madrid, Barcellona o Arsenal: “Ho ricevuto migliaia di messaggi in mio favore. Sono stato deluso da quelli negativi che sono arrivati dall’Africa e dai paesi arabi”. Ma in Italia, Jankto ha trovato apertura e accoglienza: “Claudio Ranieri mi ha subito detto che in caso di problemi mi avrebbe aiutato. I tifosi mi hanno accolto all’aeroporto e a partire da quel momento mi sono sentito tranquillo. Il popolo sardo è straordinario e mi ha aiutato molto, ringrazio tutti gli abitanti della Sardegna. Anche la preoccupazione per le partite è sfumata in fretta”. Nonostante la presa di posizione del ministro Abodi sul fatto di ostentare la propria vita: “Ma poi è venuto a Cagliari e ha voluto chiarirsi”.
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Pure in campo è andato tutto liscio, e in spogliatoio, dove il tema della sua omosessualità è stata affrontata senza filtri con i compagni di squadra: “Ne ho parlato con il capitano Leonardo Pavoletti che si prende cura di tutti. C’è chi mi ha chiesto se fossi nato o diventato omosessuale. Ci sono state battute ma ormai tutto è aperto”. In ogni caso, Jankto non vuole diventare un simbolo: “C’è ancora tanta gente che pensa che un omosessuale sia una persona effeminata. L’importante è che si rispetti la vita degli omosessuali”. Il messaggio per chi ancora tentenna è un altro: “Ci sono altri omosessuali nel calcio, non mi interessa quanti, ma a loro dico di non aver paura di dichiararsi pubblicamente, perché dopo non succede nulla”.
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