“Oggi vorrei parlare in maniera individuale con tutti, quando arrivi in un contesto nuovo con poco tempo per lavorare il fatto di poter comunicare è importante. Lippi e Capello erano dei fenomeni sotto il profilo della gestione avevano l’ambizione di vincere sempre. Io spero di aver preso un pezzettino da tutti gli allenatori che ho avuto in carriera. Oggi tutti pensiamo alla tecnica e alla tattica, ma questi sono ragazzi: a volte ci vuole la carota, altre il bastone. La gestione del gruppo è la cosa più complicata”
Udinese, Cannavaro: “Qui per cambiare l’aspetto mentale della squadra…”
Si presenta da Campione, come suo solito. Del resto, campione lo è stato per davvero. Fabio Cannavaro, capitano di quella fantastica notte a Berlino nel 2006, oggi è l’allenatore che l’Udinese ha scelto per dare una sterzata psicologica alla squadra bianconera, impelagata nella lotta per non retrocedere…
“Al di là della tanta voglia ci sono sicuramente difficoltà, è sicuramente una squadra con molti giocatori che parlano diverse lingue e sicuramente la comunicazione è fondamentale, chi gioca a calcio sa che la lingua è una, c’è da avere un concetto unico però, che è quello di non aver paura. Nelle ultime partite non ho visto problemi fisici o tattici, ma ho visto paura.”
“Ieri abbiamo fatto recupero, oggi è stato il primo allenamento di preparazione, l’aspetto psicologico sarà fondamentale, indipendentemente dal fatto che sono stranieri. C’è da fargli capire la storia di questa società, che dietro c’è una tifoseria importante che li sosterrà fino alla fine, c’è da sbagliare il meno possibile per arrivare all’obiettivo salvezza.
Quando ti chiamano certe società è difficile dire di no, la storia nelle scelte è importante. L’Udinese ha storia da società seria, dove puoi venire e lavorare, sono state ore sicuramente intense, la chiamata è stata così veloce… ma era giusto accettare, ho le giuste motivazioni.”
Il momento sicuramente è complicato ma partiamo da una buona base, la squadra ha problemi ma ci sono qualità, tecniche e umane. Ho visto i giocatori, sicuramente c’è da lavorare, come detto ai giocatori se aspettiamo partita per partita di non subire gol, di fare questo e quell’altro non ce la facciamo, dobbiamo subito pensare di alzare l’asticella, quattro vittorie sono poche, dobbiamo tutti subito alzare l’asticella.
La storia di questa società va rispettata, bisogna far capire a questi ragazzi che trent’anni di massima serie sono frutto di sacrifici di una famiglia che ha fatto qualcosa di importantissimo, sono venuto spesso qui da avversario e questo si percepiva subito. Anche all’estero quando vai devi capire subito la storia del club. Se loro non riescono a capirlo sei tu che devi farglielo pesare.”
“L’aspetto mentale chiaramente è fondamentale, è una squadra che comunque subisce poco, a volte però c’è da capire che bisogna fare qualcosa in più, alzare un po’ il baricentro, pressare più alti, cercare qualche certezza in più per trovare più tranquilli”.
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