Dopo l’emozionante tributo, l’ovazione di San Siro e il mare d’affetto ricevuto da giocatori e tifosi, Stefano Pioli a DAZN spiega di non volersi prendere alcun anno sabbatico e di essere pronto a ripartire da qualche parte per centrare altri traguardi ed inseguire altri successi: “Non mi sento stanco ma devo trovare qualcosa di stimolante in Italia o a magari anche all’estero”.
Milan, Pioli: “Il ciclo qui è finito, voglio costruire qualcosa di importante altrove…”
Stefano Pioli ha ricevuto l’affetto e l’amore del popolo rossonero che meritava. Già perché Pioli non sarà mai solo un semplice allenatore per questo club ma colui che insieme a Ibra, Leao, Maignan, Theo e tutti gli altri ha riportato il Diavolo sul trono d’Italia, ponendo fine a un digiuno di trionfi che durava da ben 11 anni.
Per questo tanti hanno pianto, sia in campo che sugli spalti, e a un certo punto tutto lo stadio ha cantato ‘Pioli is on fire’, il coro che per anni ha accompagnato l’ingresso in campo al Meazza del 58enne tecnico parmigiano, che prese il Milan fuori dall’Europa e lo ha portato di nuovo ad ambire per i massimi traguardi in Italia e non solo.
“Ho vissuto delle emozioni grazie ai nostri tifosi che capitano poche volte in una carriera di un allenatore. Mi hanno riempito il cuore di gioia, gratificazione, di tanto. Quello che abbiamo fatto l’abbiamo fatto perché siamo stati tutti compatti. Non posso che essere orgoglioso del percorso fatto, di essere nella storia di un club così prestigioso. Mi rimarranno dentro tante cose e rimarranno per sempre. Ciclo al Milan finito? I cicli cominciano e finiscono, non è così semplice farli durare a lungo e noi ci siamo riusciti. Credo questa decisione sia la cosa migliore per tutti. Questa esperienza, grazie a tante vicissitudini che abbiamo passato, mi fanno arrivare a questo momento ad un livello in cui voglio costruire ancora, se ci sarà possibilità, qualcosa di speciale. Esigo tantissimo da me stesso, sono uscito dalle mie zone di comfort. So cosa pretendere da società e giocatori, so cosa devo fare per salire di livello ancora. Penso che siamo stati la squadra più giovane della storia a vincere uno scudetto e poi siamo cresciuti, i ragazzi sono diventati uomini e giocatori maturi”.
E prosegue: “Mi sento di poter dire di avere l’ambizione di poter riprovare a fare qualcosa di speciale come fatto qua. Anno sabbatico? Il mio agente mi chiamava in queste ultime settimane, io dicevo “niente fino all’ultima partita, fino alla fine del rapporto col club. I prossimi 10 giorni penso che potranno succedere delle cose. Devo trovare qualcosa che mi stimoli. Pensavo di arrivare a fine stagione col pensiero di staccare, anche perché quando alleni da tanti anni anche solo andare in giro a vedere squadre e allenatori importanti ti può aiutare a essere evoluto, continuare ad imparare cose. Non mi sento stanco ma devo trovare qualcosa di stimolante, con delle persone che mi convincano che insieme si possa fare un grande lavoro. Cosa significa qualcosa di speciale? Per me qualcosa di speciale significa migliorare i giocatori, far ottenere risultati migliori alla società che mi fa lavorare, migliorare il patrimonio anche economico dei calciatori, far salire i bilanci. Non è solo vincere che ti porta a fare quello dello speciale. Sto studiando anche l’inglese, mi piacerebbe tanto, potrebbe essere il momento giusto. Con più lucidità nei prossimi giorni mi guarderò tutto quello che abbiamo fatto di positivo, cercare di migliorare anche quello che non ha funzionato. Poi vedremo i prossimi 10-15 giorni potrebbero essere decisivi. Li affronto con serenità e la volontà di trovare qualcosa di particolare”.
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