Il D-Day, quello del Napoli, non è ancora giunto. Lo sbarco in città di Antonio Conte, per liberare la squadra dalle scorie del decimo posto, è previsto soltanto per domani. Eppure, l’allenatore ha già conquistato i gradi che nessun pari ruolo ha mai avuto all’interno del club, sotto la gestione ventennale di Aurelio De Laurentiis. Il presidente è rimasto legato al modello calcistico tipicamente italiano di azienda familiare, di stampo fortemente decisionista. Lo riporta la Gazzetta dello sport.
Napoli, Conte manager all’inglese: blocca Hermoso e chiama Di Lorenzo
Ha resistito all’avvento delle cordate e dei fondi stranieri, finanziandosi in autonomia con una politica che ha saputo unire sostenibilità e risultati sportivi. Ma stavolta, nonostante una reggenza complessivamente di successo, ha toccato uno dei punti più bui. Ha affrontato un tracollo tale che ha scelto di delegare alcune mansioni e istituirne delle altre. Ha introdotto nell’organigramma un ex giocatore come Oriali per fare da raccordo con lo spogliatoio. Ma soprattutto ha demandato a Conte i compiti principali per guidare la risalita.
Un allenatore così carismatico e autorevole da avere pieni poteri anche nelle questioni attinenti al mercato. Legittimato dalla proprietà a trascendere dalla dimensione del campo, per muoversi anche al di fuori di schemi e moduli. Il tecnico ha un preciso metodo di lavoro, basato sulla totale devozione alla causa che rappresenta. La pretende innanzitutto da sé stesso e coerentemente, quando non aveva ancora firmato, aveva già iniziato a occuparsi dei diversi casi spinosi da risolvere. Il primo, più impellente, riguarda Giovanni Di Lorenzo.
Per il Napoli non esistono gli incedibili, il capitano ha creduto di essere un’eccezione. Le dichiarazioni del suo agente hanno preannunciato una rottura, che la società ha smentito. Ma adesso ci sono dei rapporti da ricucire e Conte è già all’opera nelle vesti di diplomatico. Martedì è in programma un incontro con Mario Giuffredi, che cura gli interessi del calciatore impegnato con la Nazionale. Molto del futuro di Di Lorenzo passerà proprio da questo confronto.
Il tecnico è pienamente coinvolto nelle strategie. Ha posto pochi veti a De Laurentiis, in termini di cessioni, e il più grande è relativo a Khvicha Kvaratskhelia. Per il momento non è stato necessario il suo intervento diretto nella trattativa per il rinnovo del georgiano, anche perché il presidente è forte di un accordo in scadenza nel 2027 che gli consente di avere l’inerzia della discussione. Conte dovrebbe volare in Germania per assistere ad alcune gare degli Europei ed è decisamente probabile che ne approfitti per incontrare il talento più fulgido del suo Napoli e mostrargli i progetti che ha per lui.
La figura dell’allenatore è senz’altro un incentivo per convincere nuovi innesti. Lukaku, ad esempio, accetterebbe ben volentieri di tornare agli ordini di Conte, per quanto ci siano importanti distanze economiche per allestire l’operazione col Chelsea. Hermoso, invece, era un obiettivo individuato prima di mettere sotto contratto il tecnico. C’era qualche perplessità per le richieste del difensore, dal momento che è svincolato dopo 171 presenze all’Atletico Madrid dal 2019 a oggi. Non appena Conte è riuscito a parlargli, la situazione si è messa immediatamente in discesa.
Lo spagnolo ha raggiunto un’intesa di massima per un triennale (con opzione per un quarto anno) a 3 milioni più bonus a stagione. Nei prossimi giorni Manna dovrebbe incontrare l’intermediario del giocatore per sistemare gli ultimi dettagli. È tutta qui, l’importanza di avere un alto ufficiale come Antonio Conte, chiude la rosea.
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