Continua a far discutere la scelta del presidente della FIGC Gabriele Gravina di anticipare le elezioni federali a novembre. Anche Andrea Abodi, ministro per lo Sport e per i Giovani, ha voluto lanciare una provocazione nel corso di un’intervista rilasciata a Il Foglio, dove ha fatto un paragone con quanto successo in Francia.
Governo, l’attacco di Abodi: “Gravina come Macron, per la Serie A serve modello della Premier”
“Il presidente Gravina ha ritenuto sufficiente, in questa fase, anticipare la data delle elezioni senza un opportuno e auspicabile confronto in Consiglio federale. Con le debite proporzioni, come ha fatto il presidente francese Macron”.
Nel corso della chiacchierata, il Ministro ha analizzato il momento della Nazionale dopo l’eliminazione da Euro 2024: “La Nazionale italiana, da molto tempo, sta attraversando una crisi sistemica. E in questa crisi pesa anche il fatto che nella Federcalcio italiana vi sono degli equilibri che penalizzano la promozione del talento e della competitività. Ed è complicato che la Federazione possa pensare al futuro del calcio italiano condizionata dagli interessi di parte, quelli delle singole componenti, senza ragionare sugli interessi del sistema, con una visione organica che coinvolga tutti, tenendo conto della capacità di apporto”.
Scendendo nel dettaglio della spedizione a Euro 2024, Abodi ha provato a spiegare le ragioni che hanno portato al disastro azzurro: “Queste ragioni, quindi responsabilità, sono evidentemente tecniche, nel senso più ampio del termine”. Poi continua: “Il commissario tecnico, Luciano Spalletti, può dare un contributo importante per spiegare perché, secondo lui, siamo tornati a casa così presto e come si può andare avanti, perché è evidente che qualcosa che non ha funzionato non solo dal punto di vista delle scelte, ma anche dal punto di vista della sintonia tra allenatore, team, giocatori”.
Ultimo, ma non meno importante, è un’idea portata dal ministro per rilanciare il campionato italiano: “Sono convinto che la Serie A debba esser messa nella condizione di essere più competitiva, anche mutuando il modello della Premier League inglese, contando più di quanto conti ora nei processi decisionali della Federcalcio”.
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