Home » Governo, Abodi: “Se il calcio italiano riparte così, non va proprio bene…”
Interviste Napoli OF

Governo, Abodi: “Se il calcio italiano riparte così, non va proprio bene…”

Il Ministro per lo sport e i giovani ha fatto il punto della situazione in un’intervista alla stampa: “Vorrei ridare lustro ai tecnici federali, dobbiamo tornare a investire nella scuola italiana”. Poi la chiusura al quarto mandato di Malagò al Coni e la fiducia sul fronte ATP Finals a Torino.

Governo, Abodi: “Se il calcio italiano riparte così, non va proprio bene…”

Il Ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi si è concesso al noto quotidiano La Stampa per un’intervista in cui ha toccato diversi temi chiave, spaziando ovviamente dal post eliminazione dell’Italia agli Europei fino a questioni di natura politica e progettuale legate al calcio italiano. Spazio, infine, anche alle delicate questioni Malagò e ATP Finals: di seguito le sue parole.

“Nello sport si può perdere, non consegnarsi agli avversari: c’è stata una sensazione di sconfitta totale che deve farci riflettere, e per riflessioni intendo ben altro piuttosto che indire le elezioni il 4 novembre. Mi sarei aspettato al centro del campo altre questioni e concetti e anche una diversa modalità di confronto: se la ripartenza del calcio è questa, non ci siamo”.

“L’emendamento Mulé? L’approvazione è arrivata dopo una significativa riformulazione che ha messo a tacere gli oppositori: stabilire, nell’autonomia della FIGC, che alla Lega Serie A siano riconosciuti un peso politico e una rappresentanza superiori a quelli attuali è affermare un criterio di equità e buonsenso. Mettere le mani sul calcio? Non scherziamo, vogliamo dare una risposta al sistema e come fatto dai governi negli ultimi 20 anni ci siamo inseriti per dare un indirizzo d’insieme all’intero movimento”.

“Lo sport è coesione e inclusione, un percorso che offre l’opportunità di rivivere storie belle come la sua: lo ius soli sportivo è una questione da risolvere, tema che va affrontato. Troppi stranieri? Il problema è culturale. Ora impariamo dai migliori esempi e torniamo a investire nella scuola italiana. Mi piacerebbe ridare importanza ai tecnici cresciuti in federazione, stile Bearzot, Vicini e Maldini: allenare una nazionale non è come allenare un club”.

Se vuoi sapere di più sul Napoli, tieniti aggiornato con https://www.gonfialarete.com/