Il Napoli ricomincia da dove iniziò l’annata che valse il terzo tricolore. A Verona due estati fa i partenopei inaugurarono il campionato con una manita che nel prosieguo non tradì le buone impressioni agostine. Antonio Conte è stato chiamato per restituire agli azzurri convinzione ed entusiasmo. Due parole divenute poco affini in un anno, quello appena trascorso, segnato da scelte screanzate, polemiche, omissioni e turbamenti per un rigurgito collettivo di uno stillicidio che ha emarginato il gruppo De Laurentiis da tutte le competizioni europee, una vera e propria “Brexit” dopo tanti anni e che, soprattutto, l’ha escluso prima di tutto da se stesso.
Un Verona esotico fa vivere un incubo a Conte: 3-0 scaligero, azzurri in panne
Riparte la Serie A, dopo il fallimento dell’Europeo e prima di un autunno caldo. Le manovre di palazzo sono già cominciate, in vista delle elezioni di Lega e Figc, e arrivano fino al Coni, il cui presidente Malagò invoca una proroga dei mandati che la maggioranza di Governo non pare proprio intenzionata a concedergli.
E in questo clima d’incertezza, il Napoli crolla in casa dell’Hellas Verona alla prima di campionato, con una doppietta di Daniel Mosquera e il gol di Livramento. La squadra di Paolo Zanetti surclassa quella di Conte. Il 3-0 scaligero è un colpo durissimo per i partenopei e adesso la strada del nuovo Napoli è già in ripida salita, sia sul mercato ma anche in campo, se non soprattutto in campo.
Il massimo campionato di calcio continua a vivere in uno stato di perenne precarietà, tra debiti che non diminuiscono e concorrenza globale sempre più spietata. Sul campo sarà una stagione particolare, con 8 squadre su 20 impegnate nelle coppe europee. Il calciomercato, ancora aperto, ci ha mostrato tutte le difficoltà economiche del nostro sistema. D’altronde, non siamo più l’ombelico del mondo. Da tempo…
Casa Napoli è una parte coerente di questo ingranaggio inceppato. Con la sua proverbiale schiettezza, ieri Antonio Conte ha chiarito che per i miracoli si deve ancora attrezzare. Ci fosse il suo sostituto, il problema non si porrebbe, ma viene spontaneo chiedersi se la gestione di Osimhen da parte della società sia stata ineccepibile. La promessa di cederlo va onorata, e lo stesso Conte dichiarò il giorno della presentazione che era a conoscenza degli accordi, ma se mancano un’offerta vera e una trattativa, perché il club ha deciso di non utilizzare un campione che, oltre tutto, paga profumatamente?
Conte, per certi versi, è stato l’uomo dei miracoli. Ha portato alla Juventus uno Scudetto impensabile alla prima stagione (2011-2012), così ha fatto anche col Chelsea (2016-2017), idem con patate con l’Inter. E col Napoli? La squadra azzurra, ad oggi, non dà la sensazione di poter subito essere competitiva per lo Scudetto, anche con Conte a guidarla. Neres è atterrato a Fiumicino, ma il Napoli di oggi ha un gran bisogno di Romelu Lukaku. Senza Osimhen, con Kvara out poco prima dell’intervallo, gli azzurri cadono al debutto contro un Verona più cinico e determinato. Un incubo azzurro.
La cronaca del match
Poche emozioni nel primo tempo del Bentegodi, è il Napoli a creare le uniche palle gol nel finale con Anguissa e soprattutto con Lobotka e Kvaratskhelia. Il fuoriclasse georgiano nel finale ha dovuto lasciare in campo a causa di un infortunio, ulteriore problema per Antonio Conte. Nell’Hellas invece è uscito, sempre per un problema fisico, il centrocampista Serdar.
La ripresa vede un Verona più sfrontato, dai tratti esotici, e il Napoli va in tilt. Il gruppo Conte perde 3-0 contro la banda Zanetti e mette in mostra tutti i limiti visti in questo pre-campionato. La sblocca la squadra di casa con Livramento, che devia in rete il cross dalla sinistra di Lazovic. Mosquera, in campo da 30 secondi, raddoppia sfruttando l’imbucata di Duda e nel finale mette la ciliegina sulla torta con la deviazione sottoporta che vale il 3-0. E per gli azzurri è notte fonda.
L’obiettivo principale è quello di tornare in Europa, dalla porta Champions, dopo aver mancato l’accesso alle Coppe nell’ultima stagione. Già questo sarebbe un successo per il tecnico salentino, passare dal 10° al 4° posto in classifica. Basta la Champions? Mettiamola così: siamo sicuri che il Napoli sarà lì nelle prime posizioni, ma per vincere…
Detto questo, siamo sicuri che Conte sia l’allenatore migliore per operare questa rinascita – in breve periodo – e riportare subito il Napoli sul podio del campionato. Ma c’è bisogno di una mano dall’alto. E subito.
HELLAS VERONA (4-2-3-1): Montipò 6.5; Tchatchoua 7.5 MVP, Dawidowicz 6.5, Coppola 6, Frese 5.5 (58′ Magnani 6); Duda 7, Serdar NG (20′ Belahyane 6); Rocha Livramento 7 (73′ Harroui 6.5), Kastanos 6.5 (58′ Suslov 6), Lazovic (c) 7; Tengstedt 5.5 (73′ Daniel Mosquera 7.5). Allenatore: P. Zanetti 7.5.
NAPOLI (3-4-2-1): Meret 6; Di Lorenzo (c) 5.5, Rrahmani 5, Juan Jesus 4 (79′ Ngonge 6); Mazzocchi 5, Zambo Anguissa 5.5, Lobotka 5, Spinazzola 5 (50′ Mathias Olivera 5); Politano 5, Kvaratskhelia 5.5 (45’+4′ Raspadori 4.5); Simeone 4.5 (79′ Cheddira NG). Allenatore: Conte 5.
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