Le squadre saudite, che nell’estate 2023 erano state le protagoniste del calciomercato internazionale investendo da sole poco meno di un miliardo di euro, quest’anno hanno tenuto un profilo molto più basso, riporta Calcio & Finanza.
Saudi Pro League, si cambia la strategia: stop alle follie ma investimenti sino almeno al Mondiale 2034
Alla chiusura della sessione estiva in Europa i club della Saudi Pro League avevano speso circa 400 milioni nelle compravendite di giocatori per poi dare una accelerata di circa 100 milioni nel loro ultimo giorno di mercato (nel golfo le operazioni hanno chiuso il 2 settembre rispetto alla deadline del 30 agosto nei top campionati del vecchio continente). Complessivamente quindi le società del campionato arabo hanno speso 500 milioni di euro contro i 950 milioni dell’estate precedente.
Non solo, ma se nel 2023 si erano trasferiti nel Golfo giocatori del calibro di Benzema, Neymar, Mahrez e Kanté (dopo che nella stagione precedente Cristiano Ronaldo aveva aperto la strada), quest’anno, complice anche la mancata intesa su Osimhen e il no di Dybala all’ultimo momento, l’acquisto più costoso della Saudi Pro League è stato Moussa Diaby, passato dall’Aston Villa all’Al-Ittihad per 60 milioni. Una miseria confrontata con l’anno scorso, anche dal punto di vista tecnico.
È evidente che alla luce di questi numeri sia lecito chiedersi se l’Arabia Saudita, che pareva essere la nuova potenza emergente del panorama internazionale, solo un anno dopo da quella che sembrava un’offensiva duratura stia tornando a più miti consigli, sul solco di quanto avvenne in Cina qualche anno addietro.
Qualche indizio può lasciare presagire questa inversione di tendenza, dato che il torneo saudita ha dovuto fare fronte a una riduzione degli investimenti da parte dei club per la volontà del governo di rallentare sul fronte economico. Inoltre sono intervenute norme che nei fatti hanno un po’ legato il potere dei acquisto delle società della penisola arabica. Per esempio i club della Saudi Pro League l’anno passato avevano otto posti a disposizione per gli stranieri, ma di questi solo sei potevano giocare nelle competizioni continentali e uno di questi deve essere asiatico. Poi, se è vero che poi nel dicembre del 2023 la lega araba ha allargato a dieci il numero degli stranieri, nello stesso tempo ha stabilito che due di questi devono essere nati non prima del 2003 e ha ridotto da 30 a 25 il numero di giocatori tesserabili.
L’insieme di questi temi è stato tra i principali punti di discussione dello Sport Europe Roadshow, un evento organizzato dai ministri sauditi dell’Investimento e dello Sport in quattro diverse città europee (Stoccolma, Londra, Milano e Monaco di Baviera). Una kermesse che aveva quale obiettivo quello di invitare gli investitori occidentali (manager di club europei, imprenditori e gestori di fondi) a investire sui club della Saudi Pro League oltre che a discutere di altri temi (sportivi e non) come la Formula 1, il golf e gli investimenti nel settore energetico.
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