Ci sono due categorie di allenatori: i gestori e quelli che provano a insegnare principi di gioco ben definiti. Entrambi vanno rispettati, un po’ meno gli ultrà di una o dell’altra parrocchia, riporta Sportmediaset.
Juventus, il gruppo Motta torna a vincere e convincere: il Napoli di Conte sarà la prova del nove
Soprattutto quelli che, dopo due pareggi non particolarmente brillanti, sono già pronti a mettere in croce un allenatore che ha solo bisogno di una cosa: il tempo. Thiago Motta si è ritrovato a guidare una rosa di buon livello senza avere la possibilità, tra arrivi dell’ultimo minuto dal calciomercato e impegni delle Nazionali, di mettersi sul campo di allenamento e lavorare sulle sue idee.
In più, Roma ed Empoli, hanno preparato due piani gara perfetti per bloccare la fase offensiva bianconera, a differenza del Psv. Thiago Motta ha scelto per l’occasione un sistema di gioco, almeno sulla carta, con Locatelli davanti ai quattro difensori e dietro a quattro trequartisti alle spalle di Vlahovic.
Tutto questo per inquadrare un sistema di gioco che, in verità, non si può quantificare a livello numerico essendo la fluidità la vera forza dei bianconeri. In fase offensiva Cambiaso, teorico esterno basso, si accentra per consentire un’uscita pulita da dietro. Nello stesso tempo McKennie e Koopmeiners occupano i mezzi spazi a destra e a sinistra, con l’olandese pronto a cambiare la posizione con Yildiz, laterale alto da quella parte. Dall’altra Nico Gonzalez è libero di tagliare per lasciare la fascia alle incursioni di Kalulu.
La Juve può partire dal basso, lanciare lungo per le “spizzate” aeree di Vlahovic o Nico, allargare il gioco per le combinazioni sulle catene esterne e occupare l’area avversaria con gli inserimenti di chi arriva da dietro (soprattutto McKennie, Koopmeiners o Yildiz). Un repertorio ricco ed efficace che è stato letale per la fase difensiva del Psv. In occasione del vantaggio bianconero, per esempio, Cambiaso, invece di spostarsi centralmente, ha visto Yildiz in possesso largo a sinistra ed è partito in sovrapposizione alleggerendo così la marcatura sul turco, che ha potuto liberare il destro a giro che ha sbloccato la partita.
A tutto questo va aggiunta una fase difensiva che, tra campionato e Champions, in cinque partite ha subito solo il gol del Psv a un secondo dal triplice fischio. E anche in questo caso la Juve sa fare più cose: aggredire alto, piazzare un blocco medio o attendere bassa. La scritta “lavori in corso” è sempre presente ma almeno la strada sembra quella giusta. Per il momento, almeno. Perché basterà anche solo pareggiare con il Napoli per tirare fuori vecchi fantasmi che la nostalgia di chi non riesce proprio ad accettare un cambio così radicale in casa bianconera, saranno sempre il tormentone della stagione della Juve.
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