“Napoli e Juventus sono due livelli diversi, ci sono 18 punti di differenza rispetto all’anno scorso”, ha detto l’ex di giornata Antonio Conte, in conferenza pre-Juve. Ma prima di parlare del match contro i bianconeri, Conte ha voluto ricordare Totò Schillaci, che è venuto a mancare ieri…
Napoli, Conte: “Juve? Siamo su livelli diversi, mi aspetto continuità, ogni partita è un esame. Su Schillaci…”
Sabato si gioca il primo big match della stagione del Napoli. La squadra di Conte sarà ospite della Juventus all’Allianz Stadium, fischio d’inizio alle 18. Oggi alle 14 la conferenza stampa del tecnico del Napoli. Secondo le ultime indiscrezioni, non sono previste sorprese di formazione, Conte dovrebbe confermare il 3-4-2-1 e gli interpreti della vittoria a Cagliari.
Prima di iniziare, vorrei rivolgere un piccolo pensiero per la mancanza di Totò Schillaci. A soli 59 anni ci viene a mancare una persona, soprattutto per noi del sud, è stato l’emblema. Soprattutto durante i mondiali. Rappresentava un grandissimo esempio. Ho avuto il piacere di giocare con lui alla Juventus. Un pensiero anche alla famiglia
McTominay, Neres, Gilmour? Più passano il tempo e più entrano nella nostra idea. Sono contento perché ho dei ragazzi molto ricettivi, sono ragazzi che ci daranno un buon apporto. Penso che un po’ per tutte le squadre, con il fatto che il mercato si chiude veramente tardi, c’è una fase di assestamento. Tanti nuovi sono arrivati da pochissimi giorni. Tutti stiamo lavorando per trovare la giusta quadra. Io dico sempre che chi ha tempo non aspetti tempo. Ogni partita vale tre punti, dietro al fatto che cerchiamo tutti di trovare la quadra, c’è la necessità di fare punti e di fare prestazioni. Mi aspetto sicuramente continuità, dobbiamo continuare a crescere sotto tanti punti di vista. Non fermarci a pensare all’ultima partita e non illuderci che ogni partita è un test e bisogna sempre dimostrare che siamo sulla retta via
Un esame per entrambe? Sì. Ogni partita è un esame. Lo è stato a Cagliari che è un campo difficile. A livello ambientale è stato difficile. A volte un esame a livello tattico, a livello tecnico. Ogni test lo dobbiamo affrontare con la massima serietà possibile
Speriamo sia una sfida che possa contare qualcosa, avere un valore importante. Per noi e per la Juve. Oggi è presto dirlo. Penso si parta su due livelli diversi. Rispetto all’anno scorso ci sono 18 punti da recuperare. C’è la voglia di rivalsa. Non penso che la Juve si accontenti del terzo posto in campionato. Da parte nostra noi non possiamo pensare di finire a 40 punti dall’Inter o da chi ci ha preceduto. Partiamo da due differenti livelli. Però ci auguriamo nel ritorno, magari si possa parlare avendo più certezze alla mano
La Juventus? La mia storia parla chiaro. Sono stato anche capitano, abbiamo vinto tutto. Ho avuto la possibilità di fare tre anni da allenatore aprendo un ciclo che è diventato storico. Faccio parte della storia della Juve. Inevitabile che da calciatore è più facile scegliere, come Bruscolotti con il Napoli. Poi da allenatore è difficile scegliere la carriera. La carriera da allenatore mi ha portato in piazze differenti, ho sempre onorato e sono il primo a difendere i colori delle piazze che alleno. Oggi sono orgoglioso di essere a Napoli. La storia non la può cancellare nessuno, grande emozione per me ritornare in quello stadio. Sarà la prima volta per me tornarci con i tifosi. Sarà un emozione anche in futuro, come sarà un’emozione affrontare in un futuro molto lontano anche il Napoli
Noi dobbiamo sempre indossare un bell’abito. Vogliamo sempre offrire un bello spettacolo. Durante le partite, devi essere pronto a sporcarti l’abito. Se non c’è cattiveria o la giusta concentrazione Bisogna essere bravi a sporcarsi l’abito. Questo è un ottimo connubio per le squadre che vogliono vincere. Ci sono diversi momenti della partita. L’Inter ieri è andata a giocare in casa del City e ha alternato momenti in cui giocava e momenti in cui si difendeva in 20 metri. Ha indossato diversi abiti. Io penso che questo lo dobbiamo capire, l’anno scorso si pensava molto alla fase di possesso, ad attaccare. Non avevamo quella voglia feroce di conquistare o di ricompattarci. Stiamo lavorando su questo
Sicuramente qualcosa è cambiato rispetto all’anno scorso, è cambiata la scelta di alcuni giocatori. Penso che l’aspetto fisico sia importante nel calcio di oggi. Calciatori top per me è forte, veloce e resistente. La qualità ci deve essere. Noi dobbiamo cercare di essere una squadra forte, veloce e resistente. Inevitabile che ci sono stati dei cambiamenti, sono arrivati calciatori nuovi. Su quella base di 10-12 giocatori che abbiamo scelto insieme a club di confermare. Sicuramente c’è stata una mutazione
Thiago Motta? Raccoglie l’eredità pesante di Allegri che ha scritto pagini importanti di storia. Allenare la Juventus non è mai facile. Thiago Motta è stato un mio calciatore, è nella rosa della nazionale italiana che scelsi per gli Europei, si tratta di un ragazzo molto serio e bravo, a Bologna ha fatto benissimo. Gli auguro il meglio dal punto di vista umano
Non giocare le coppe è un vantaggio? Dal punto di vista lavorativo hai il vantaggio di lavorare di più con la squadra, quando arrivi in un nuovo club hai bisogno di tempo per lavorare sulle proprie idee. Se avessimo giocato tre partite a settimana saremmo rimasti fregati su tanti punti di vista. Lo svantaggio invece è relativo alla rosa che non è competitiva come quella che giochi in Europa, invece di 25 giocatori competitivi ne abbiamo solo 16-18
Tutti vorremmo la partita perfetta, non far tirare mai l’avversario in porta. Mi auguro un giorno di arrivare a giocare la partita perfetta, dove hai il dominio totale della palla. Sapete benissimo che è difficile, il campionato italiano è molto tattico, ci si prepara sugli avversari. Ci sta di lasciare gli altri attaccare, fa parte del gioco. Riuscissimo ad essere ermetici, subire un gol nelle ultime tre partite metterei la firma
Kvara maltrattato? Parto da un presupposto, odio il gioco violento. Quando ero calciatore, era un po’ più rustica la situazione. Mi dicevano dagliela subito. A Cagliari c’è stato un fallo intimidatorio. Gli arbitri non devono aver paura di sanzionare. Dove si mette a rischio l’incolumità del giocatore, si deve sanzionare al 30 secondi o al 95′. Non penso che il calciatore del Cagliari voleva fare male. Però secondo me il giallo c’era. Sanzionare significa proteggere il calcio
Un aneddoto su Schillaci alla Juventus? Ci sono diversi ricordi, arrivavo da Lecce alla Juventus, da persona del sud avevo molto legato con lui, è sempre stato molto disponibile. Quando arrivai alla Juventus erano tutti campioni, davo del voi a tutti quanti. Lo vedevo come un vero e proprio idolo
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