L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si è soffermata su Khvicha Kvaratskhelia, attaccante del Napoli.
CorSport- Napoli, Kvaratskhelia stanco e in ombra: in coppa Italia partirà dalla panchina
Allo Stadium, contro la Juventus, ha giocato Khvicha Kvaratskhelia: di Kvara, quello fulminante e decisivo in attacco, aggressivo e tenace in fase difensiva, neanche l’ombra. Capita, per carità, ma la sua prestazione tra il grigio e l’opaco non è passata inosservata esattamente come quella di Lukaku: loro sono gli uomini da cui tutti attendono graffi e strappi decisivi, in partite di un certo tipo. Scontri diretti che, come ha insegnato la stagione dello scudetto, alla lunga risultano determinanti e fanno la differenza. Khvicha è uno che di partite del genere, in quell’ottima annata docg, ne ha risolte un bel po’, ma da un annetto a questa parte non è ancora tornato sui livelli della premiere italiana. Il Napoli, però, sta prepotentemente rialzando l’asticella, il livello delle prestazioni, della classifica, delle ambizioni e soprattutto la testa. Ha ricominciato a guardare al presente con uno sguardo al futuro, all’orizzonte di un domani che di questo passo potrebbe raccontare storie interessanti, magari esaltanti se fino alla sosta i ritmi della marcia saranno all’altezza dell’ultimo periodo. Monza e Como al Maradona, e in mezzo il Palermo in Coppa Italia ancora nella casa del Diego: Kvara, se ci sei, batti tre colpi.
Magari anche due, se vogliamo. Domani con il Palermo, infatti, farà parte degli uomini che inizialmente osserveranno la partita in borghese, un po’ di ossigeno dopo sei esibizioni dal primo minuto messe in fila tra coppa e campionato; una botta (tra capo e collo) che lo ha costretto alla resa al 45’ della trasferta di Verona con l’Hellas; due viaggi ravvicinati Italia-Georgia-Italia in quattro giorni per la nascita di suo figlio Damiane (con a coté emozioni a valanga); un altro tour Italia-Georgia-Albania-Italia per i due impegni con la nazionale. Insomma ci può stare che come Romelu, seppur per altre motivazioni, abbia accusato una pausa fisiologica.
Lui, però, è Kvara. Ha 23 anni ed è l’uomo da cui ci aspetta sempre la magia, il colpo di classe, il gol, l’assist, la giocata d’autore: destino inesorabile. È il potenziale crack blindato da Conte e dal Napoli al cospetto di una super offerta estiva del Psg che avrebbe fratto girare la testa a chiunque: 210 milioni al club per i gemelli Kvaratskhelia e Osimhen; e al giocatore, 11 milioni a stagione. Volendo leggerla con postille e note a piè di pagina, se alla fine Osi non è stato ceduto al Paris Saint-Germain è indirettamente anche a causa di Kvara: senza colpa per carità, ma lui fu ritenuto incedibile e l’affare andò per aria. Amen. Tra l’altro, è sempre in atto la trattativa di rinnovo con il club azzurro fino al 2029: c’è distanza tra la richiesta da 8 milioni a stagione e l’offerta che tra base fissa e bonus dovrebbe equipararlo a Lukaku (6). Insomma, un finale da scrivere. Ma la penna del suo calcio è sempre viva: un gol e un assist con il Bologna e il Cagliari, una pausa di riflessione con la Juve e ora la prospettiva di arrivare alla prossima sosta alti in classifica. Molto: battendo domenica il Monza e venerdì 4 ottobre il Como sarebbe blindato il secondo posto in solitaria e poi chissà. L’importante è crederci. E ritrovare Kvara.
Carlo Gioia
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