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FIFA, Marchetti: “Superlega? Per noi partecipa chi merita, non chi ha un nome”

“Noi abbiamo un’idea chiara: le competizioni sportive secondo il modello europeo sono aperte. Partecipa chi merita, non partecipa chi ha un nome. Questa evoluzione di formato non ha fatto altro che confermare questo: è cambiato il format, non il modo di qualificarsi. A suo tempo, i tifosi e tutto il mondo del calcio hanno detto chiaramente cosa pensavano del progetto della Superlega e perché non era adatto per il calcio europeo”.

FIFA, Marchetti: “Superlega? Per noi partecipa chi merita, non chi ha un nome”

“Penso che si debba aspettare un numero significativo di giornate per capire il trend. Il nostro obiettivo è cercare di rendere il format più interessante, toccare i pochi punti deboli della competizione come i gironi troppo scontati ed evitare di arrivare alla fine del girone con partite prive di interesse. Nelle prime due giornate ci sono stati risultati eclatanti, ma chi ha vinto 9-2 ha poi perso la partita dopo. Due delle squadre che guidano il ranking UEFA hanno già perso una partita. Le caratteristiche di imprevedibilità di questo formato porteranno una competizione interessante e vivace fino alla fine”. Così Giorgio Marchetti, vice segretario generale della UEFA, ospite di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1, in merito alla possibilità che la nuova Champions abbia segnato la sconfitta definitiva del progetto Superlega.

“Il calendario è una delle complessità del nostro tempo, è un argomento sensibile. Bisognerebbe fare un ragionamento complessivo, che tenga in considerazione anche elementi più oggettivo. È vero che nel calendario ci sono più partite, però ci sono altri fattori come le rose più ampie e un turnover più ampio. I dati dicono che di fronte a un maggior numero di partite giocate, il numero di minuti giocati dai singoli giocatori rimane sostanzialmente stabile. Nella stagione 2023-24 nelle rose di tutti i campionati europei, i top 11 di ogni squadra hanno giocato circa il 70% dei minuti. Il turnover è in forte crescita. Da stagione a stagione, l’aumento del numero dei giocatori utilizzati da ciascuna squadra è di circa il 10%. Siamo di fronte a un’evoluzione”, ha proseguito.

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