L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si è soffermata su Romelu Lukaku, attaccante del Napoli, e sui numeri realizzativi del belga.
CorSport – Napoli, decide sempre Lukaku: ecco il dato super
Romelu Lukaku è un centravanti decisivo. Tra i giocatori più decisivi in assoluto transitati nel campionato italiano dal 2019-2020 ai giorni nostri. I numeri non mentono: 134 presenze in Serie A, 73 gol, 26 assist e complessivamente 99 partecipazioni attive a una rete della sua squadra, finalizzando in prima persona o in veste di rifinitore. Meglio di lui, tra i colleghi che ancora frequentano il campionato, soltanto Lautaro Martinez con 99 gol e 121 partecipazioni totali a una rete, però con 185 partite; 51 più di Romelu, arrivato in Italia un anno dopo il Toro e soprattutto, rispetto a lui, con la pausa della stagione 2021-2022 vissuta in Premier con il Chelsea. Lukaku è quarto in assoluto di questa speciale classifica del periodo dal 2019 contando anche Ciro Immobile e Domenico Berardi, quest’anno rispettivamente in Turchia al Fenerbahce e in Serie B con il Sassuolo. C’è di più. Guardando solo al carnet di Rom in campionato, emerge una media super: un gol ogni due partite, considerando l’equazione 134 presenze-73 reti. Le ultime tre con il Napoli, con 3 assist a coté e un primato: 7 partecipazioni nelle prime cinque giocate tra campionato e Coppa Italia, nessuno come lui in azzurro negli ultimi 20 anni. Essere decisivo, evidentemente, è un vizio.
E pensare che non è andata in scena la migliore versione di Lukaku: non è ancora in forma, non ha ancora raggiunto la condizione atletica ottimale. Ma più si sottolinea questo aspetto – oggettivo -, più lui continua a produrre: rischia di diventare un tormentone, ma forse in termini d’incisività e d’impatto ormai è quasi un talismano. Napoli è già innamorata: il dopo Osimhen sarebbe stato arduo per tutti, per usare un eufemismo, ma Romelu finora ha trasformato le difficoltà in gol e assist. Una sola, se vogliamo, la partita davvero grigia di questo avvio di stagione e di terza tappa italiana dopo quelle con l’Inter (tre stagioni) e la Roma (una): a Torino con la Juve contro lo sfortunatissimo Bremer, implacabile marcatore prima del grave infortunio rimediato a Lipsia in Champions.
Quel giorno lo pungolò anche Conte sotto il profilo della condizione, specificando però anche le attenuanti legittime: un’estate a lavorare da solo è un handicap notevole per uno con il suo fisico da giocatore di football americano, citando ancora il signor Antonio. Che poi, prima del Como, ha aggiunto: «Lukaku sposta comunque gli equilibri». Come confermano i numeri. E la storia: il giorno dopo fece un gol su rigore e servì un assist a McTominay e un altro a Neres. Per la seconda sosta consecutiva, tra l’altro, ha deciso di non rispondere alla convocazione della nazionale belga alle porte della Nations League: d’accordo con il ct Tedesco ha rimandato magari già alla prossima, si vedrà, e poi ha motivato la scelta con l’esperienza. Ovvero: ha preferito continuare a lavorare in gruppo, spiegando di aver già vissuto una situazione del genere un’estate fa – preparazione in solitudine prima del trasferimento alla Roma -, e di averla pagata strada facendo. Decisivo e anche saggio. E pronto: oggi comincia la cavalcata verso la trasferta di Empoli e ricomincia la maratona verso i 400 gol in carriera tra club e nazionale. Ora è a quota 389: Napoli tifa.
Carlo Gioia
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