“Tutti uniti dietro a Baroni”. Claudio Lotito, numero uno biancoceleste, sembra più che soddisfatto di come la Lazio ha approcciato questa prima parte di stagione: quarto posto in campionato a pari merito con la Juventus (scontro diretto in programma domani sera) e punteggio pieno in Europa League dopo le vittorie con Dinamo Kiev e Nizza. Il merito è anche del nuovo tecnico, arrivato nello scetticismo generale ma che a suon di risultati sta conquistando tutto l’ambiente.
Lazio, Lotito: “Sarri non aveva più in pugno lo spogliatoio. Su Immobile e Klose…”
Prima di lui, sulla panchina biancoceleste c’era Igor Tudor, subentrato a stagione in corso a Maurizio Sarri, che con il Presidente aveva creato “un’alchimia basata sul rispetto reciproco”.
Il tecnico toscano si era dimesso a marzo dopo la sconfitta contro l’Udinese, per ragioni che andavano oltre i risultati. A rivelarle è lo stesso Lotito: “Gli ho fatto notare che il gruppo sembrava aver perso l’orgoglio di combattere. Mi ha dato ragione, e insieme abbiamo deciso di mandare la squadra in ritiro a Formello. Alcuni giocatori non hanno preso bene la decisione, forse perché non si sentivano più coinvolti. Il ritiro, però, ci ha mostrato che il problema era più profondo: c’era un contrasto interno, soprattutto con i calciatori più esperti. Lui ha capito che non riusciva più a governare lo spogliatoio e ha deciso di lasciare”.
Nell’intervista concessa a DAZN, il patron ha parlato anche di Tudor: con il croato in panchina la Lazio nell’ultima parte della scorsa stagione aveva raccolto cinque vittorie, tre pareggi e una sola sconfitta, chiudendo così al settimo posto. Lotito, però, con lui non è riuscito a creare un gran feeling: “Mi ha fatto presente la necessità di attuare cambiamenti sostanziali, includendo la cessione di alcuni giocatori che creavano delle problematiche. Abbiamo capito che era arrivato il momento di sradicare chi pensava di essere padrone della società”. Ecco quindi la scelta di ingaggiare Marco Baroni, secondo Lotito un tecnico perfetto sotto tutti gli aspetti: “Parla il nostro linguaggio, ha fame e vuole dimostrare il suo valore. È chiaro che tutti devono essere uniti dietro di lui”.
Parlando di chi invece entrava in campo, sono due i calciatori che il Presidente porta nel cuore: “Ho ingaggiato Ciro Immobile dopo un’esperienza all’estero che non si era rivelata particolarmente brillante. L’ho trattato come un figlio, ma il merito dei suoi successi è interamente suo. Un altro è Mirloslav Klose, un grande campione che mi è rimasto scolpito nella memoria”.
Se vuoi sapere di più sul Napoli, tieniti aggiornato con www.gonfialarete.com