L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si è soffermata su Antonio Conte, allenatore del Napoli, e sui primi 100 giorni sulla panchina azzurra.
CorSport – Napoli, i primi 100 giorni di Conte: dal 10 agosto ha cambiato pelle, testa e carattere…
Il Napoli di Antonio Conte ha compiuto ieri 100 giorni, 50 dei quali trascorsi in testa alla classifica del campionato: complimenti, più che auguri. Dal debutto del 10 agosto con il Modena nei trentaduesimi di Coppa Italia all’ultima notte con l’Inter prima della sosta, la squadra ha cambiato pelle, testa e carattere; e dal 29 settembre è prima in classifica con 26 punti – uno più di Atalanta, Fiorentina, Inter e Lazio e due più della Juventus – in virtù di 8 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte. Sette giornate consecutive senza mai abdicare.
Sono stati cento giorni e tre mesi di Serie A molto intensi: il Napoli ha prima ha conquistato gli ottavi di Coppa Italia superando il Modena (ai rigori) e il Palermo; poi ha superato Inter e Juve e s’è spinto fino a +4; ha fermato nerazzurri e bianconeri in trasferta e ha battuto il Milan ancora a San Siro; e per finire è caduto con l’Atalanta ma s’è rialzato subito a San Siro contro i campioni d’Italia, confermando la leadership dopo quattro scontri diretti in un campionato senza padroni. Orfano, come si dice in gergo. Può accadere di tutto, ci sono sei squadre in due punti, ma Conte ha preferito non girarci troppo intorno e al ritorno in Italia s’è subito rimesso a fare quello che gli riesce meglio: comandare. E poi si vedrà.
La squadra è stata rifondata dopo una stagione disastrosa con 13 cessioni e tanti volti nuovi: 9 in totale, compresi un paio di ritorni alla base. Alcuni acquisti sono stati davvero molto chic: Buongiorno e McTominay su tutti. Ma notevoli sono state anche un paio di partenze: vedi Osimhen e Zielinski. Conte, però, ha iniziato a correre molto più di cento giorni fa: è arrivato a giugno e ha restituito il sorriso agli scontenti Kvara, Di Lorenzo, Anguissa e Lobotka. E da lì è partito tutto il lavoro culminato nei cinquanta giorni – sette giornate – da primo in classifica. Con il Maradona sempre pieno e con il prossimo sold out già scritto in occasione della partita di domenica con la Roma del suo caro amico Ranieri.
I più grandi traguardi, risultati a parte, sono stati aver riconquistato la città; e aver restituito al gruppo un’identità riconoscibile per essere riconosciuto ovunque come temibile: il Napoli ha lo stesso sguardo, lo stesso carattere e la stessa voglia di vincere del suo allenatore. È già simbiosi. Che proverà a conquistare il quarto scudetto è certo, ma come dicevamo il campionato è orfano e ci sono progetti tecnici più longevi e più rodati. Non è questione di finta umiltà. La squadra, però, è un osso molto duro e ha anche ritrovato un’invidiabile solidità difensiva dopo il collasso di un campionato fa: a maggio ha chiuso decimo a -41 dall’Inter e con 48 gol subiti, mentre oggi è primo a +1 con la seconda difesa della Serie A alle spalle della Juve (9 e 7 reti incassate). Interpreta con nonchalance più sistemi di gioco – 3-4-2-1, 4-2-2-2, 4-3-3 – ma intensità e ferocia non cambiano mai. Certo, deve migliorare in fase offensiva perché tra le prime sei è la squadra che segna meno (19 reti), ma i primi 100 giorni sono stati molto soddisfacenti. Bene: da oggi alla ripresa, giorno 101, comincerà il secondo ciclo. Altri cento giorni Conte.
Carlo Gioia
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