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CorSport – Napoli, soluzione verticale per Conte: c’è una nuova variabile vincente!

CorSport – Napoli, soluzione verticale per Conte: c’è una nuova variabile vincente!

Undici verticale, tre lettere: gol. Magari anche cinque: Conte. Il Napoli s’è messo in tiro a Udine anche senza Kvara. Sabato sera da grande, secondo tempo molto chic con tris di reti: non soltanto il papillon ma anche cilindro e bastone. Quarantanove minuti feroci, rimonta e doppio vantaggio, da 1-0 a 1-3, con tre firme diverse: Lukaku, autogol (di Giannetti) indotto dal falco Neres e poi il sigillo di Anguissa. E in mezzo di tutto e più soluzioni offensive, certezze e novità. Individuali: David. E di squadra: nel nome di un calcio più verticale del solito. Il piano non ha previsto con frequenza predominante e a tratti sistematica la ricerca dell’ampiezza, con gli esterni del tridente larghi e i terzini che vengono dentro al campo, ma anche l’attacco della profondità: sono nati così il pareggio di Romelu e il il terzo acuto di Frank. Più o meno trenta e quaranta metri di corsa, con due rifiniture così diverse ma così tremendamente uguali per l’enorme qualità delle giocate.

E così, in un colpo solo, il Napoli ha anche cominciato a scalare la classifica dei gol realizzati: con 24 contro i 21 del Bologna, infatti, non esibisce più l’attacco meno prolifico delle zone alte del campionato. Piccolo ma significativo risultato. È enorme, invece, quello raggiunto sul piano del gioco offensivo: prima della partita di sabato contro l’Udinese, infatti, Conte aveva chiesto maggiore precisione nella rifinitura e più freddezza davanti alla porta, e i suoi l’hanno accontentato; ma poi, beh, il signor Antonio ci ha ovviamente messo del suo dal punto di vista tattico. Moltiplicando l’attacco della profondità e le soluzioni in verticale. Lukaku, nel primo tempo spento spalle alla porta con 9 tocchi e 0 tiri nel carnet, s’è esaltato al volo a inizio ripresa: innescato da un’imbucata millimetrica di McTominay ha rispolverato la cavalcata-gol alla Rom. Un marchio di fabbrica finora mai apprezzato a Napoli e dintorni: sprint di una trentina di metri tra Bijol e Giannetti con quell’inconfondibile postura e i tempi perfetti di partenza, velocità e potenza (con Giannetti che vola via travolto in area). Il tris di Anguissa è addirittura uno spettacolo, 56 secondi di possesso prolungato con 20 tocchi dove s’è visto di tutto: improvvisa verticalizzazione da urlo di Lobotka, il velo di Di Lorenzo che elude Giannetti, l’assist di sponda di Simeone con Bijol addosso e la galoppata di Anguissa trecce al vento fino alla porta. Anche più di trenta metri di corsa. Azione splendida.

E ancora: le iniziative individuali, dicevamo. Con Neres in copertina: tre occasioni create nei primi trenta minuti; scatti da fulmine e il vuoto a sinistra; punta, salta, graffia; 10 cross e un capolavoro. Sul bis: autogol di Giannetti, è vero, ma l’ha inventato David con uno slalom in mezzo a quattro avversari, un tiro e un altro dopo un rimpallo. L’ha voluto, se l’è preso. A destra, nel frattempo, Politano ha continuato a produrre cross, gli stessi di Neres dall’alto lato: 10, e in totale sono 101 dall’inizio della stagione. Il Napoli, insomma, sta consolidando sempre più l’identità offensiva: attacca sempre con almeno sette-otto uomini sfruttando di base gli inserimenti di Anguissa e McT, e le discese di Olivera a sinistra e Di Lorenzo a destra. Due ali aggiunte che vengono soprattutto dentro al campo ma non disdegnano il cross dalle fasce, ruotando con gli esterni del tridente.

Carlo Gioia

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