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Gazzetta – Napoli, l’uragano Neres si abbatte sulle gerarchie di Conte: nemmeno Kvara è intoccabile

UDINE, ITALY - DECEMBER 14: David Neres of Napoli competes for the ball with Kingsley Ehizibue of Udinese Calcio during the Serie A match between Udinese and Napoli at Stadio Friuli on December 14, 2024 in Udine, Italy. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Gazzetta – Napoli, l’uragano Neres si abbatte sulle gerarchie di Conte: nemmeno Kvara è intoccabile

E all’improvviso Neres. Disarmante, devastante, illuminante. Napoli aveva già avuto un assaggio delle potenzialità del brasiliano, ma serviva una notte da primo della classe per far arrivare bene il messaggio a tutti. E a Udine potrebbe essere nata definitivamente una nuova stella della Serie A. Giovanni Manna e Antonio Conte lo hanno inseguito tutta l’estate, trattato di nascosto, cercando di tenere segreto il nome. Perché David è una gemma, un funambolo tutto dribbling e fantasia che però non ha mai avuto un grande rapporto con la continuità di prestazione. Eppure, in Europa lo conoscono tutti da tempo: ha vinto con Ajax e Benfica, dove è arrivato per fuggire alla guerra dopo la breve parentesi allo Shakhtar. Negli anni si è fatto un nome anche in Champions, finendo spesso negli highlights delle migliori giocate. Tunnel di suola, dribbling di tacco, discese travolgenti palla al piede. Magie, come quelle che hanno trascinato il Napoli sabato sera in Friuli, con strappi che hanno devastato la resistenza dell’Udinese.

E ora che si fa? Come si può rinunciare al talento e alle accelerazioni del brasiliano, rimasto spesso ai margini, all’ombra dei titolari? Neres è un titolare aggiunto e questo Conte lo ha sempre sottolineato. Ma dalla pancia del Bluenergy Stadium sabato sera è arrivata l’incoronazione che potrebbe cambiare il suo attuale status, oltre che la sua stagione. “Giocherà insieme a Kvara? E perché non può giocare come stavolta con Politano? La prova di David è un monito per tutti, qui nulla è scontato, tutti si possono sedere. E Neres è un titolare…”. Le parole di Conte hanno avuto un’eco notevole e sembravano indirizzate specialmente a chi a Udine non c’era. E a chi adesso dovrà dimostrare ogni giorno di essere ancora indispensabile. Di sicuro, David è un valore aggiunto di questo nuovo Napoli, l’uomo in più. Quello capace di cambiare le gare con una giocata pure a freddo, con un’accelerazione. Dopo la travolgente azione che ha propiziato l’autogol di Giannetti, David si è andato a prendere l’abbraccio dei compagni e del suo nuovo popolo in delirio. E in quello stesso istante ha capito anche lui che adesso comincerà una nuova vita azzurra.

La maglia numero 7 sembrava già un segno del destino. Era quella scelta da Lavezzi quando sbarcò a Napoli. E pure il Pocho scelse Udine per incantare la Serie A. L’impatto di David sul Napoli è stato comunque da predestinato: ingresso all’88’ al debutto col Bologna, subito scambio volante con Kvara, poi l’assist per Simeone. Ecco, gli assist sono un marchio di fabbrica della casa: 3 nelle prime tre partite, in appena 32’ in campo. E il tempo giocato è stato poco finora in campionato: prima di Udine, Neres era stato titolare solo una volta, contro il Lecce. E sempre prima di questa giornata era in testa alla classifica dei giocatori più subentrati: 12 volte. Insomma, David sembrava il candidato più autorevole al premio di 6o uomo dell’anno, come si usa nel basket. Ossia, dell’uomo con l’impatto più incisivo in uscita dalla panchina. Ma questa è una corsa a cui ora potrebbe dire addio. Politano e Kvara non sono più così intoccabili, non di fronte alla voglia di emergere di Neres. Che sembra sempre essersi appena svegliato quando entra, ma poi è lui a suonare la sveglia. E a suonare gli avversari.

Carlo Gioia

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