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Fenerbahce, Mourinho: “Italia? Ci tornerei. Bove come me, nessuno gli ha regalato niente”

Mourinho

José Mourinho torna a parlare del suo addio alla Roma e delle emozioni che ha vissuto nei giorni successivi alla finale di Europa League contro il Siviglia, persa a Budapest. In un’intervista al Corriere dello Sport, l’attuale tecnico del Fenerbahce ha rivelato: “Avrei dovuto lasciare la Roma dopo la finale di Budapest.”

Fenerbahce, Mourinho: “Italia? Ci tornerei. Bove come me, nessuno gli ha regalato niente”

“Prima di partire, avevo comprato quattro biglietti. Ero in hotel con i miei assistenti, e mi dissero: ‘Mister, meriti di salutare i tifosi, e i tifosi meritano di salutare te. Andiamo’. Ci ho pensato per alcune ore, poi ho temuto che mi avrebbero accusato di voler disturbare, e io non faccio queste cose, mai”. Mourinho ha così scelto di non fare un saluto ufficiale, seppur avendo il desiderio di farlo.

“Non ho più visto giocare la Roma”, ha poi aggiunto, spiegando che invece l’Inter è stata una delle squadre che ha seguito con attenzione.

Il tecnico ha anche parlato con affetto di un giocatore che ha avuto sotto la sua ala, il giovane Cristian Bove: “Bove è come me. Nessuno gli ha regalato niente. Ha esordito con me perché abbiamo principi simili, anche se uno ha vent’anni e l’altro sessanta. È un ragazzo che ha tutto per emergere.”

Sul Futuro e il Desiderio di Allenare una Nazionale
Guardando al futuro, Mourinho ha svelato un nuovo ambizioso obiettivo: “Voglio giocare un Europeo o un Mondiale. Unire un Paese intorno alla sua nazionale nello stesso modo in cui sono riuscito a fare con i club e i tifosi”. Un segno di quanto il portoghese sia attratto dall’opportunità di allenare una squadra nazionale, e tra le possibilità non esclude nemmeno l’Italia: “Tornerei a lavorarci”, ha detto senza giri di parole, lasciando aperta la porta a una futura avventura con la Nazionale italiana.

Un Giudizio Sul Calcio Moderno
Infine, Mourinho ha espresso un giudizio crudo sul mondo del calcio: “Il calcio è il regno della superficialità e dei luoghi comuni”. Con la sua solita schiettezza, il tecnico portoghese ha sottolineato come la realtà calcistica moderna spesso si basi più su pregiudizi e stereotipi che su un’analisi approfondita della situazione.

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