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Ancelotti: “Napoli pronto per vincere un trofeo, ma vorremmo più tifosi allo stadio”

Ancelotti

ANCELOTTI NAPOLI – In una lunghissima intervista concessa al portale ‘Il Napolista’, Carlo Ancelotti parla a cuore aperto del suo primo Napoli. Molto da migliorare, altrettanto da salvaguardare e sviluppare in futuro: “Io credo che sia soprattutto una questione mentale, di esperienza. Ci sono alcuni giocatori più giovani che devono crescere, devono maturare. Alcuni sono arrivati quest’anno come Meret e Fabian Ruiz. Ma penso anche a Zielinski, allo stesso Milik. Devono arrivare al livello di affidabilità e continuità che hanno Koulibaly, Allan, Albiol, Callejon. Si deve riuscire a portare questo gruppo di giovani ad avere la stessa continuità dei più esperti.  Insigne, Mertens, sono giocatori cui non chiedo la continuità. Come per Ounas, lo stesso Verdi. Con loro cerco il momento in cui devono dare il 100% di quelle che sono le loro qualità. Da loro le pause le accetto. Non le accetto invece da  centrocampisti come Fabian, Zielinski, Diawara. Le loro prestazioni devono essere continue.”

Il Napoli vuole vincere

“La responsabilità nasce dal fatto che questa squadra negli ultimi anni è arrivata molto vicina alla vittoria. A un passo dallo scudetto l’anno scorso e questo diventa un po’ frustrante. Però non bisogna perdere la fiducia. Rimango dell’idea che questa squadra è molto vicina a vincere.”

Perché pochi tifosi allo stadio?

“Non lo so. Ci piacerebbe avere più tifosi allo stadio. Forse avremmo avuto qualche punto in più, anche se obiettivamente non è che avremmo potuto farne tanti di più. Avremmo potuto battere Torino e Chievo. Ci sta che in un anno qualche partita in casa non riesci a vincerla. Persino la Juve ha fatto due pareggi in casa. C’è anche da dire che lo stadio è quello che è. Obiettivamente, se io fossi un tifoso del Napoli, non mi verrebbe tanta voglia di andarci. È scomodo per una serie di motivi”.

Migliore partita?

“Col Psg a Parigi. Mi piacque la personalità, la voglia di giocare, di comandare il gioco, di avere chiarezza. Preparammo molto bene la partita. È più facile preparare le partite in Europa che in Italia. Perché a livello tattico da noi c’è uno studio particolare delle squadre avversarie. L’uscita dalla Champions ci ha un po’ frenati da questo punto di vista. Ci ha un po’ demoralizzati. Anche perché siamo stati veramente vicini alla qualificazione. C’è la consapevolezza di poter dire che in quelle sedici squadre che sono passate, potevamo starci anche noi. A livello mentale l’eliminazione ha inciso un po’. Abbiamo perso un po’ di quella verve, di quell’atteggiamento che abbiamo mostrato in quelle due partite contro Liverpool e Psg”