Tutti gli sponsor che siamo soliti vedere sulle maglie di una squadra di calcio fanno parte ormai della cultura popolare, e alle volte alcuni marchi si legano indissolubilmente alla squadra tanto che ci farebbe strano vedere quegli stessi colori privi dello sponsor di riferimento. Talvolta, ed è ben noto, gli accordi possono durare anni.
Recentemente è stato però approvato il cosiddetto “Decreto Dignità”, per cui il Governo avrebbe deciso di vietare ai bookmakers sportivi e ai casinò online di promuovere i loro prodotti (e di conseguenza il brand) attraverso le maglie di calcio o qualsiasi altro strumento collegato ai club e ai campionati. In effetti la decisione ha fatto storcere il naso a società varie e istituzioni del mondo del calcio.
In effetti a correre il rischio è tutto il mondo calcio italiano poiché le reali aspettative del futuro sono tutt’altro che chiare.
Vediamo però più da vicino il “Decreto Dignità” e quali sono i suoi 4 punti fondamentali:
- Semplificazioni fiscali
- Disincentivazione alle delocalizzazioni
- Lotta al precariato
- Stop alle pubblicità del gioco d’azzardo
Pare evidente dunque che ci si trovi di fronte a un intoppo in grado di porre in bilico un giro d’affari di circa 120 milioni di euro che genera un profitto non indifferente per le squadre e a cui (naturalmente e a giusta ragione, ndr) non vogliono rinunciare. Tra le attuali 20 squadre di Serie A infatti, solo 4 non hanno sponsor tra le società di scommesse.
È da molto che infatti la Serie A emula la Premier League sotto questo aspetto, nella seconda le sponsorizzazioni di società di scommesse apportano notevoli capitali alle casse e all’immagine stessa della competizione; e riflettendoci, il meccanismo non è per niente sbagliato. Pare piuttosto strano voler vietare sponsorship di società società di betting e casinò online, un settore comunque affine al mondo dello sport, in un contesto perfettamente verticale. Anche e soprattutto perché le vie intraprese dai più grandi player del settore per tutelare i giocatori sono ormai molteplici: basti pensare alla grandissima quantità di lobby che offrono bonus senza deposito aggiornati (al link trovate i più noti) attraverso cui risulta possibile iscriversi ed effettivamente puntare senza aver dapprima versato del denaro contante.
Vero è che la Federcalcio era riuscita, a tempo debito, a ottenere una proroga sulla data relativa all’applicabilità del divieto ma il Governo non ha ceduto.
La questione è piuttosto spinosa poiché, come accennato, quasi tutti i club di Serie A avevano presentavano uno sponsor di una società di scommesse o di gioco online. Frosinone, Parma, Sassuolo e Spal sono le uniche a restare fuori da questo cumulo di polemiche poiché prive dei suddetti sponsor mentre tutte le altre sono legate, o lo sono state di recente, ad un marchio di scommesse o comunque gioco online.
Non resta che essere fiduciosi di una revisione, in virtù della libera interpretazione di un mondo così vasto come quello dello sport a 360 gradi.