MANCINI NAZIONALE TECNICO – Diletta Leotta ha intervistato Roberto Mancini nel secondo appuntamento con ‘Linea Diletta’ in onda su DAZN. Il commissario tecnico della Nazionale ha parlato della sua nuova avventura sulla panchina dell’Italia e dei progetti futuri.
Nel rettangolo da gioco del paddle, Mancini ha spiegato cosa si aspetta dall’Italia del futuro e quale sia la ricetta giusta per far cambiare idea a tutti quei tifosi rimasti delusi e scottati dopo tanti anni di delusioni. L’avventura del commissario tecnico azzurro non è certo iniziata da molto, ma le idee su cosa debba essere la Nazionale sono ben chiare.
L’Italia riparte dai giovani
Queste le parole del tecnico: “Spero piaccia perché ha dei giocatori tecnicamente bravi, che possa riavvicinare i tifosi della squadra. Ora c’è entusiasmo per fortuna”.
Entusiasmo che hanno provato Zaniolo e Kean alla prima chiamata in Nazionale: “Forse Nicolò non se lo aspettava, visto che l’abbiamo chiamato quando ancora non giocava in Serie A. In sei mesi è migliorato tantissimo, ma la strada è lunga. Anche Moise era nella squadra Under 19 azzurra, magari non ci si aspettava così tanto. Hanno grande talento, dobbiamo dare spazio ai giovani”.
Gli obietti di Mancini e dell’Italia che verrà: “Ho puntato sui ragazzi più giovani e qualche più esperto. Il mio errore? Quando alla seconda partita contro il Portogallo in Nations League abbiamo cambiato tutta la squadra, ma il nostro obiettivo anche col rischio di perdere. Migliorano solo con partite così importanti. Il nostro obiettivo è qualificarsi all’Europeo, ma dobbiamo vincere tutte le partite perchè il nostro ranking è troppo brutto per l’Italia”.
Un Italia in cui cerca spazio anche Mario Balotelli, escluso dalle ultime convocazioni di Mancini: “Balotelli è un giocatore di grande talento, è nel pieno della maturità calcistica. E’ tutto ancora nei suoi piedi e la sua testa e sa, visto che l’ho fatto debuttare quando era un bambino, la stima che ho per lui. Però serve fare molto di più. E’ giusto che esulti dopo un goal come quando era ragazzino”.
Ora Mancini deve gestire giocatori come Chiesa e Barella: “Abbiamo quattro o cinque giovani che possono diventare straordinari, l’unico consiglio è quello di allenarsi, visto che hanno la fortuna di trasformare il loro hobby in un lavoro. La cosa migliore che ci sia. Bernardeschi invece può migliorare tantissimo”.