Amerigo Sarri, padre di Maurizio, ha parlato ai microfoni di TMW Radio dalla 43° edizione del Giglio d’Oro, in rappresentanza del figlio che, nell’ambito della rassegna, ha vinto il premio ‘Alfredo Martini – Maestro dello Sport‘:
“In realtà lo sport di famiglia è il ciclismo, lui lo ha sempre avuto nel sangue e l’ha anche praticato. Ha sempre avuto il pallino di fare l’allenatore. Spostava in ‘campo’ le figurine, però non avevano i nomi dei giocatori, ma dei politici. Bucciarelli Ducci, Presidente della Camera, lo ‘schierava’ come portiere!”.
Poi, sul suo percorso da allenatore:
“A Monte San Savino portò la squadra in Serie C e a quel punto doveva fare una scelta: o la panchina o il posto in banca e scelse di ascoltare il suo cuore. Quando allenava allo Stia, la sua prima squadra, lavorava a Firenze: la sera prendeva la macchina per il Casentino, con tanto di salite. Tornava a casa tra le due e le tre, faceva le salite con la neve… E’ sempre stato uno scalatore, anche di classifiche. Il suo record, partito dalla Terza Categoria per arrivare alla Serie A, resterà imbattuto.
Infine, sull’avventura a Napoli:
“Da luglio l’ho visto mezza giornata, a casa lo vedo pochissimo. Lui è nato a Napoli perché lavoravo là, poi ha cominciato a parlare bergamasco quando mi trasferirono al nord. Lui mi chiamava ‘papà’, io gli dicevo ‘no, si dice babbo’. Finì per chiamarmi <<Bapà>>”.