Buttando un occhio al presente e l’altro al futuro: dopo Rog, Diawara e Zielinski, il direttore sportivo del Napoli Cristiano Giuntoli pensa a Leon Bailey, 19 enne giamaicano in forza al Genk.
Lo stesso club di Koulibaly, la stessa voglia di spaccare il mondo, una storia da film la sua. Prima abbandonato poi “rapito” dal padre adottivo. A cinque anni inizia a dare i primi calci ad un pallone nel Phoenix All Stars Jamaica. All’età di 13 anni il padre-agente Craig Butler decide per il trasferimento in Europa.
Leon ha il cognome della madre e già questo può darvi l’idea del rapporto tra padre e figlio. L’obiettivo di Craig, ex giocatore professionista, era quello di piazzare Leon e il fratello Kyle così da sfruttare al meglio il talento dei due figli. L’arrivo al Genk sembrava l’inizio di un sodalizio perfetto, ma improvvisamente il padre agente inscenò il suo sequestro in Messico. Ai fratelli di Bailey non resta che soggiornare per quattro mesi nell’Academy del Genk: “Una situazione sana non è stata, ma per impedire loro di andare in giro per la strada, abbiamo fatto in modo che potessero andare a scuola e che si allenassero con noi”, disse Gunter Jacob, direttore tecnico del Genk.
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Improvvisamente il colpo di scena. Il padre dei ragazzi torna in Belgio illegalmente, riprende Leon e Kyle e inizia un lungo viaggio in giro per l’Europa. Senza documenti di soggiorno regolari, i tre vanno alla ricerca di un possibile ingaggio. Leon svolge un periodo di prova con l’Ajax impressionando subito il tecnico Ronald De Boer. “Ha tutto. Come tutti gli altri giocatori, è stato sottoposto ad una serie di test presso il club. Quando si è trattato di velocità e agilità ha fatto meglio di molti ragazzi della prima squadra. E’ così veloce, non è normale. Lui abbina una velocità eccezionale ed una grande tecnica, una combinazione eccellente. Quali sono le sue debolezze? Non saprei dire”.
L’occasione giusta? Neanche a pensarci. Leon Bailey è troppo piccolo per il tesseramento e così il padre lo porta in Austria. Lì viene tesserato per un club minore (anche se documenti reali non confermano ciò), il padre nel frattempo diventa capo scout di una squadra satellite del Red Bull Salisburgo. Tasselli da far incastrare per il futuro del figlio, ma anche lì l’età diventa un ostacolo. Bailey non può essere tesserato per le regole FIFA e così arriva il trasferimento in Slovacchia. Questa è la prima vera tappa del giamaicano.
Un ragazzino di colore nel freddo dell’Europa Centro Orientale. Ma il talento non si smorza con un colpo di vento. L’ambientamento è immediato. Bailey gioca nell’under 19 dell’AS Trencin e attira le attenzioni di Chelsea, Standard Liegi e del solito Genk. E a spuntarla è proprio il club belga che al compimento del diciottesimo compleanno del ragazzo gli fa firmare un contratto di 3 anni più 1. Villa per la famiglia e auto come benefit, giusto per non avere problemi.
“Sono estremamente felice di essere al Genk”, disse Bailey il giorno della sua presentazione. “Il Genk è sempre stato il club dei miei sogni. Questi ultimi due anni hanno svolto un ruolo importante nel mio sviluppo. Ora voglio fare un passo avanti. Ho visto un sacco di club, ma quello che il Genk ha da offrire è incredibile. Non ho mai sentito le stesse sensazioni per le altre squadre, il sostegno che ho ricevuto qui è stato grande. Il Genk è sempre stata la mia casa. Spero di essere uno dei migliori giocatori che Genk abbia mai prodotto”
Nel frattempo il contratto è stato rinnovato di altri due anni. Scadenza 2020. Impossibile rinunciare ad un’occasione simile, del resto le qualità ci sono tutte. Bailey è un’ala perfetta per un 4-3-3 offensivo. Mancino puro, è rapidissimo ed incarna il classico attaccante esterno moderno. Strappi continui grazie alla sua velocità devastante, può giocare sia a sinistra che a destra rientrando sul suo piede per pungere in zona gol. È stato impiegato anche come falso nueve, ma offre il meglio sulla fascia.
Se ne è accorto il Sassuolo travolto in Europa League dalla sua vivacità. Sette gol tra qualificazioni e gironi della competizione europea, un dettaglio niente male per un 19 enne. “Chippy”, così è soprannominato Bailey dagli amici in Giamaica, è stato inserito dalla Gazzetta dello Sport nella lista dei migliori 50 talenti Under 20 del mondo. Ciò che colpisce è il suo carattere. Il ragazzo è ambizioso e determinato. Si racconta che durante il suo primo allenamento a Genk ha chiesto la palla da un compagno di squadra veterano, sorprendendo gli spettatori con il suo carattere dominante, la maturità e la voglia di assumersi responsabilità.
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“Deve imparare a prendere la giusta decisione, ma è un’evoluzione che ha dovuto attraversare anche Kevid De Bruyne”. Queste le parole di Thomas Buffel, capitano del Genk. “Lo paragono proprio a De Bruyne. Non sa nascondere la sua rabbia e il suo dispiacere. È un vincente nato. Vorrebbe quasi colpirti se non riesci a fare la cosa giusta in campo.” Malizia, rapidità e spavalderia, ma anche qualche dettaglio da smussare necessariamente.
Il ragazzo prende le sue pause, ha bisogno di essere pungolato per garantire continuità nei 90 minuti. E anche in fase di non possesso c’è molto da migliorare. È propenso all’attacco, ma dovrebbe pensare all’equilibrio di squadra. Parametri fondamentali per campionati come la serie A e la Premier League. Ma il tempo per crescere c’è. 19 anni compiuti ad agosto, per ora Bailey è un punto di forza del Genk.
Il Napoli ci vuole provare e anticipare le big europee. Manchester United e Chelsea alla finestra. Nel frattempo la società azzurra ha prima invitato il padre (è ancora lui l’agente) a visitare il centro di allenamento a Castelvolturno, ora tenta l’affondo decisivo.
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Il ragazzo può diventare prodotto del vivaio azzurro se tesserato in questa stagione. Infatti compirà 21 anni nel 2018 (stagione 2018/2019), a tre anni esatti da un ipotetico passaggio in maglia azzurra. È quella la chiave per entrare nella lista dei 25 con un pass speciale, lo stesso metodo pensato per Diawara. Un’operazione perfetta sotto tutti i punti di vista, ma il club belga proprietario del cartellino non cede con facilità. Uno scatto netto, decisivo, fulmineo, proprio come quelli di Leon Bailey.