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Napoli

Callejon e Mertens verso la fine di un ciclo e quel post di Dimaro che sapeva di addio

CALLEJON MERTENS – José Maria Callejon e Dries Mertens, due nomi e due garanzie, almeno prima che la crisi del Napoli toccasse il punto più alto. Sette anni a Napoli tra gioie e dure sconfitte: la vittoria a Doha, lo scudetto sfiorato con Sarri, gli addii di Hamsik, Jorginho e prima ancora di Higuain.

Ciro Dries, sette anni per lasciare il segno

Proprio grazie alla partenza dell’argentino che si è scoperto il migliore Dries, battezzato dai tifosi come ‘Ciro’ per sottolineare il legame viscerale con la città. Centosendici goal con la maglia azzurra, ha superato il record raggiunto da Diego Armando Maradona, uno che da queste parti ha lasciato molto più che un segno. E proprio da quella partita a Salisburgo che non va in rete, non splende, il solito Mertens appare sbiadito. Mentre in casa Napoli vige il silenzio, sono le sirene cinesi e americane a cantare. Il rinnovo di contratto, in scadenza nel 2020, sembra molto lontano. D’altronde già da Dimaro si respirava profumo di addio, da quel post dedicato all’amico Callejon, anche lui in scadenza.

Callejon in cerca di sé stesso

Arrivati insieme all’ombra del Vesuvio potrebbero lasciare la città nello stesso anno. Il Dalian di Hamsik pare che voglia portarlo in Cina, dove può ritrovare Rafa Benitez, il tecnico che l’ha portato in azzurro. L’ex Real godeva della piena fiducia dell’allenatore, irremovibile anche per Sarri e nel primo anno di Ancelotti era uno dei pochi a rimanere sempre in campo. Ora è spento, anche ieri contro il Milan era irriconoscibile. Un tempo faceva tutto: ala, seconda punta, mediano e tutto ad altissimi livelli. Invece nelle ultime gare sembra un fantasma in cerca di sé stesso, non ha più la freschezza e la velocità che lo ha sempre contraddistinto.

Mertens e Callejon sembrano alla fine di un ciclo: seppur bello e seppur abbiano dato tanto a questa squadra nei  difficili come in quelli migliori, è ormai evidente che questo capitolo sta per volgere al termine.

Serena Grande