Dodici mesi per passare da incedibile oggetto del desiderio degli emiri a ultimo della classe, con tanto di zero in condotta. Dai 6 milioni di ingaggio da andare a raccogliere sotto la Eiffel, rimasti strozzati in gola, fino alla recente reazione del Rino furioso che lo invitava a passare la domenica rinchiuso in casa. Il momento di Allan non è certo dei migliori in carriera.
Allan, da Udine ad Ancelotti: è stato il braccio armato di Sarri
Strana storia quella di Allan Marques Loureiro – alzi la mano chi non ricordava solo “Allan” – arrivato a Napoli dalla gioielleria dei Pozzo, pagato finanche con lo scalpo di un certo Britos, nell’ormai lontano 2015. Generoso donatore di muscoli e polmoni con Guidolin, trasformato poi dagli incantesimi di Sarri in una sorta di macchina da guerra della mediana. Qualcuno è ancora disposto a giurare di aver visto, in alcune partite del triennio, tre maglie col numero 5 contemporaneamente in campo. Inesauribile, indistruttibile, insostituibile. Fino al primo semestre ancelottiano.
La notte della rivolta
Le cronache ricorderanno così, per sempre, quel 5 novembre. Il post Napoli-Salisburgo, lo spogliatoio diventato un campo minato e il rifiuto dei ribelli di andare in ritiro. Lo scontro fisico, vociferato ma mai ufficialmente confermato, tra Allan e il vicepresidente Edo de Laurentiis. Una notte in cui cambiarono i destini di tutti, tra contratti in scadenza, marchettari inviperiti e uomini dai sogni infranti, ognuno col proprio veleno. Forse, ma non lo sapremo mai, Allan aveva ancora in testa la sensazione del contratto della vita che gli era sfuggito dalle mani, il mancato trasferimento a Parigi non sarà mai digerito dal brasiliano.
FOCUS – La parabola discendente del rendimento di Allan
I numeri ci confermano la chiara involuzione delle prestazioni del centrocampista rispetto alla stagione precedente. Il dato che subito risalta all’occhio è la media di palle perse: quasi un punto in più – 3,3 in questa stagione rispetto al 2,5 del 2018-19 – un aspetto che impatta su quella capacità di recupero palla che fino a un anno fa era diventato il suo marchio di fabbrica. A rimorchio della statistica precedente, ovviamente, anche i numeri relativi a palloni intercettati e respinti hanno subito un significativo calo. Ma forse il dato che dimostra l’attuale passo diverso in termini di partecipazione al gioco e alla manovra, è il crollo del numero di passaggi – 49,7 contro i 66,2 della scorsa ragione – che ha inevitabilmente abbassato anche il livello di precisione degli stessi.
Ecco di seguito il grafico che riassume perfettamente questo focus:
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